Facebook Pixel
Milano 17:35
33.428 -0,20%
Nasdaq 19:28
20.800 +0,12%
Dow Jones 19:28
44.658 +0,82%
Londra 17:35
8.292 +0,36%
Francoforte 17:35
19.405 +0,43%

L'Idrovora americana ed il Mandarino cinese

Migliora il saldo commerciale con gli Usa, ma il deficit con la Cina raddoppia

Sul versante dei prezzi all'importazione, finalmente si consolidano le riduzioni che hanno consentito al saldo commerciale italiano di tornare in attivo nel febbraio scorso: di poco, ma è un segnale importante.

Siamo passati infatti da un saldo che era stato positivo per 63,3 miliardi di euro nel 2020 ad uno di 40,3 miliardi nel 2021 ad uno negativo per 30,7 miliardi nel 2022.

Dopo cinque mesi di andamenti in calo, registrati a partire da ottobre scorso, a febbraio scorso l'indice generale dei prezzi delle importazioni italiane è tornato a quota 118,8 (anno 2015 =100), sostanzialmente al livello di un anno prima, visto che a febbraio 2022 aveva toccato quota 117,3 dopo aver toccato il picco superiore di 129,3 punti nel mese di settembre 2022.

Questo dato, riferito all'indice generale, è confermato dall'andamento dei prezzi delle importazioni dall'area "extra euro", il cui indice a febbraio scorso è tornato a quota 118,8: un livello appena superiore ai 118,5 punti di gennaio 2022. Il picco superiore di 138,2 era stato toccato nel settembre 2022: tra il gennaio del 2021 ed il settembre del 2022 l'indice era salito di ben 42,1 punti: una vera e propria fiammata inflazionistica che si ora sta spegnendo, visto che nei cinque mesi che sono trascorsi tra il picco di settembre 2022 (con 138,2 punti) e febbraio 2023 (con 118,5 punti) l'indice è sceso di 19,7 punti, praticamente dimezzando l'incremento.

E' invece ancora sostenuto l'indice dei prezzi delle importazioni dall'area "euro", che sempre a febbraio scorso è stato pari a 119,2 con una riduzione di appena nove decimi di punto rispetto al picco di 120,1 raggiunto nel mese di settembre 2022. In pratica, mentre i prezzi delle importazioni di materie prime dall'area "extra euro" hanno mostrato una consistente tendenza al ribasso, quelli dei prodotti importati dall'area "euro" sono rimasti sostenuti perché si muovono con ritardo rispetto ai primi, dopo aver incorporato i rincari delle materie prime.
Condividi
"
```