E' comunque limitato l'importo complessivo dei rapporti finanziari bilaterali con la Russia, che arriva appena al 4% del Pil dell'Eurozona, mentre le relazioni finanziarie internazionali con tutto il mondo arrivano al 250% del PIL dell'Eurozona.
Gli asset finanziari detenuti in Russia dall'Eurozona si sono ridotti del 10%, per via di una contrazione del 55% nel settore delle obbligazioni e del 12% negli altre categorie di asset.
Sono cresciute, invece, le posizioni debitorie dell'Eurozona verso i residenti in Russia a causa del congelamento, con divieto di trasferimento a loro favore, delle somme dovute a titolo di interessi e rimborsi.
C'è da riflettere sui dati sopra riportati, soprattutto sull'impatto che l'
aumento dei prezzi dell'energia ha determinato sulla forte contrazione del surplus dell'Eurozona, arrivato appena allo 0,6% del PIL.
Il
grande motore dell'export europeo è sempre stata la Germania, seguita dall'Italia: se queste economie entrano in crisi per via degli alti costi dell'energia, perdendo competitività e mercati, è l'intera Eurozona ad entrare in una area di profonda instabilità.
BCE: aumenta il prezzo dell'energia importata mentre crolla l'export europeoSanzioni alla Russia, Danni collaterali
"