C'è un altro aspetto, assai meno dibattuto: l'importo che viene richiesto dal gestore del sistema di pagamento elettronico.
Dai bonifici agli addebiti sulla carta di credito, ai pagamenti di diversi servizi, occorre quasi sempre aggiungere la
spesa per la commissione, anche un euro. Lo stesso accade per i prelievi di contanti dagli erogatori automatici di banconote che non appartengono al circuito bancario su cui sono depositati i fondi.
Ancora, sono i gestori che incassano i fondi a vedersi addebitata una commissione per il servizio di pagamento elettronico, che viene scalata dal corrispettivo.
La conclusione è chiara:
il sistema dei pagamenti elettronici consente a chi li gestisce di incassare un bel po' di denari. Comunque si paga.
C'è anche un vantaggio, spesso sottovalutato: un tempo, i distributori di carburante erano spessissimo oggetto di
rapine per gli incassi ingenti detenuti in contanti. Lo stesso succedeva ai tabaccai. E tante persone anziane erano scippate della pensione all'uscita dagli Uffici postali.
Ci sono meno teste rotte, meno fratture, meno colpi di pistola: in questo caso, l'innovazione è stata assolutamente positiva.
Ci sono aspetti che riguardano la libertà, e soprattutto la
privacy, che vanno rispettati.
C'è un problema di
evasione fiscale, da non sottovalutare.
Ci sono tanti bei guadagni da parte dei gestori dei sistemi di pagamento elettronico, ed anche questo va messo in conto. Ma il servizio in qualche modo va pagato.
Ci sono pro e contro, come sempreContenti e Scontenti, senza i Contanti
"