Negli
Stati Uniti, nonostante gli interventi assunti sin dagli Anni Trenta con il sistema previdenziale della Social Security e con la Sanità pubblica del
Medicare e del
Medicaid, il sistema si è sempre più orientato verso forme di assicurazione privata. In fondo, anche con
l'Obamacare non si era fatto altro che rendere
obbligatoria la sottoscrizione di una polizza assicurativa da parte di compagnie private alla stregua di quanto accede anche in Italia per coprire i rischi della Responsabilità Civile Auto. Negli Usa, il sistema scolastico superiore, quello sanitario e quello previdenziale sono sostanzialmente gestiti da compagnie private e da Fondazioni senza fine di lucro.
Nel corso degli ultimi trent'anni, anche
in Europa si è fatta sempre più
forte la spinta verso la privatizzazione dei servizi pubblici, accusandone la gestione di inefficienza. Siamo in una fase di erosione dello Stato sociale, di crescente terziarizzazione e di progressiva esternalizzazione della fornitura dei servizi. Le formule del Partenariato-Pubblico-Privato e della complementarietà tra servizi di base ed accessori, sono state usate un po' dappertutto, dalla Sanità alla Previdenza.
Ora arriva l'ultima spallata: da una parte, la
crisi energetica in corso porterà alla insostenibilità di una serie di produzioni industriali; dall'altra, essendo già fortemente indebitati,
gli Stati si troveranno sempre più in difficoltà nel finanziare la spesa pubblica sociale.
Dopo la chiusura negli scorsi decenni delle miniere, dei grandi complessi industriali chimici e metallurgici, e poi anche delle fabbriche dedicate alla meccanica fine ed agli apparati elettronici e di telecomunicazioni, è arrivato il turno degli impianti automobilistici.
La transizione verso l'auto elettrica farà a meno della gran parte dei componenti tradizionali, dal motore a combustione interna ai sistemi frizione/cambio/trasmissione. Centinaia di migliaia di lavoratori diventeranno inutili.
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