Sembrava fatta. Ed invece
nell'inverno del 2020 l'Italia dichiarò, prima in Europa, la emergenza pandemica: tra chiusure e divieti, l'
economia entrò in crisi nuovamente. E così sono ricominciati i sostegni alle famiglie ed alle imprese e le garanzie pubbliche sui crediti: ancora una volta, PIL giù e debito su.
La storia che segue è ben nota: l'UE si è messa alla testa di un programma eccezionalmente ambizioso, il
NGUE, per la
transizione ecologica e lo sviluppo delle nuove tecnologie informatiche in un contesto che rinsaldi la coesione sociale. E' cominciato subito, soprattutto in Italia, il
tormentone del PNRR: tra i grants ed i nuovi debiti verso la Ue, tutti hanno cominciato a fare la fila per mettere le mani su questi fondi, la gran parte altro debito pubblico.
Il
governo Draghi, nato per la gestione del PNRR, si è trovato a che fare con una inflazione stellare sin dai primi mesi del 2021: i prezzi del gas, dell'elettricità e dei carburanti sono aumentati tutti insieme coma mai prima. Ed è ricominciata la sfilza di provvedimenti d'urgenza per ridurre il peso dei rincari sulle famiglie e le imprese: il PIL non cresceva più come nelle attese, mentre il debito ricominciava a salire.
Alla fine di febbraio scorso, non sono passati che quattro mesi, l'
intervento militare russo in Ucraina ha creato in Europa una crisi geopolitica gravissima: prezzi ancor più alle stelle, timori per la recessione in autunno. Ed intanto che l'euro si svaluta, precipitando verso la parità, si approvano sempre nuove misure di sostegno che vanno ad incrementare ancora il debito pubblico, anche se con l'inflazione alta il gettito fiscale cresce di conseguenza.
Anche se la
BCE ha messo in cantiere un piano anti-spread per evitare il peggio, è davvero difficile prevedere che cosa succederà col debito pubblico italiano.
Otto anni di austerità, due di pandemia, poi PNRR, ora tanta inflazione e poco gas
Italia, tutto fa debito
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