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A tutto gas, senza gas

Sostituire le forniture russe richiede tempo, investimenti e non azzera i rischi


  • C) LIBIA
La situazione politico istituzionale è ancora in stallo: la Turchia appoggia il governo di Tripoli, la Russia la componente di Tobruk, mentre il Qatar sostiene la Città-Stato di Misurata.
  1. Le componenti di Tobruk e di Misurata stanno esercitando enormi pressioni sul governo di Tripoli, affinché non abusi a loro danno del controllo diretto che Tripoli ha sulla NOC (National Oil Company), sulla CBL (Banca Centrale Libica) e sulla LIA (Lybian Investment Authority). In questi giorni, i disordini sono stati tali da procurare il blocco di pozzi e di terminali petroliferi.
  2. E' del tutto improbabile che la Russia e la Turchia accelerino la rimessa in funzione e lo sviluppo delle infrastrutture energetiche libiche, visto che si tratterebbe di forniture concorrenti. D'altra parte, anche in sede di OPEC+ c'è una grande attenzione ai prezzi ed all'aumento delle quote di produzione.

  • D) NIGERIA
Vale quanto si è detto per l'Algeria: il gasdotto NIGAL deve attraversare aree assai complesse dal punto di vista della sicurezza. Anche a voler superare queste questioni e la contrarietà fin qui espressa dal Niger, la realizzazione del NIGA richiederà diversi anni.

Non esistono soluzioni semplici ed immediate a problemi complessi come l'approvvigionamento energetico. Nonostante l'Italia abbia diversificato in modo considerevole, visto che ha collegamenti con la Algeria, la Libia, l'Azerbaijan e la Russia, da anni si trova in difficoltà con le forniture libiche. Rimpiazzare anche quelle della Russia sarà un processo lungo, complesso e costoso.
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