Tutto lascia immaginare che si andrà avanti comunque: continuando con la repressione finanziaria in atto da anni sul debito ed estendendola agli immobili.
La
transizione energetica non è solo un obiettivo ambientale, volto a salvaguardare il Pianeta, ma è soprattutto uno
strumento strategico, indispensabile per indirizzare gli investimenti.
La
finanza green non si limiterà solo alla gestione delle aste dei diritti di emissione della CO2, o dei certificati verdi o bianchi: deve mettere le mani anche sul processo di investimenti colossali che diviene necessario per l'efficienza energetica negli immobili.
Con un unico colpo si perseguono due obiettivi: per un verso si evita il progressivo travaso degli investimenti finanziari dal debito alla proprietà immobiliare, e per l'altro si amplia il nuovo mercato finanziario, per l'efficienza energetica.
Se gli immobili non avranno i requisiti energetici richiesti, saranno "
beni fuori mercato", con conseguenze catastrofiche anche per le banche che li hanno presi in garanzia per erogare prestiti o mutui: avremo centinaia di migliaia, se non milioni di "
non performing house". La ricchezza delle famiglie italiane ne sarà devastata.
I proprietari di casa saranno costretti a fare i lavori occorrenti per l'adeguamento ricorrendo ai propri risparmi, oppure dovranno indebitarsi: eccola la finanza green, questa è la nuova repressione finanziaria.
La nuova repressione finanziaria, dietro il risparmio energetico"Non Performing House"
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