Guardate alla
Grecia, spogliata di ogni asset pubblico, svenduto dopo essere stato messo a pegno dai creditori: dai porti agli aeroporti, dalle ferrovie alle aziende elettriche. Ville a migliaia in riva al mare, isole intere, alberghi e villaggi turistici, tutto è stato portato per un pugno di euro, ceduti per sopravvivere alla miseria indotta dalla crisi.
La crisi globale provocata dalla pandemia in corso è l'occasione del secolo: c'è già chi vende per disperazione, chi perde i beni dati in garanzia sui prestiti. Spesso non basteranno neppure a soddisfare il creditore, perché il loro valore non copre il dovuto: si rimarrà debitori per la differenza.
I debiti pubblici, finiti gli interventi straordinari delle banche centrali, rimarranno ostaggio dei Mercati che chiederanno il rimborso, pena la dichiarazione di default.
E
gli Stati si dovranno piegare per una ristrutturazione dei loro debiti, con scadenze più lunghe ed un ammontare ridotto, ma dovranno procedere ad un immediato versamento di somme consistenti a favore dei consorzi dei Creditori, attraverso le CACs che verranno sempre più semplificate.
Gli Stati preleveranno imposte sui tutti i patrimoni: con prelievi diretti sui conti correnti bancari e sui conti titoli; con imposizioni una tantum ed annuali sugli immobili ed ipoteche legali sui beni.
Con la nuova crisi, si prenderanno tutto La Grande Razzia
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