Buio anche sul
nuovo quadro finanziario settennale 2021-2027, nonostante l'accordo politico raggiunto dopo una estenuante maratona, a luglio scorso, tra il
Consiglio dei Ministri europei e la Commissione. Ci sono tanti problemi da risolvere: quello delle
risorse aggiuntive che non tutti gli Stati sono disposti ad accollarsi; quello della
condizionalità nei confronti di Paesi come l'Ungheria che non rispetterebbero i principi dello Stato di diritto garantendo la libertà di manifestazione del pensiero e la indipendenza della magistratura; quello delle
maggiori spese per i programmi europei che vengono richieste dal parlamento, ma negate dalla Commissione. Insomma, a meno di due mesi dall'inizio del nuovo esercizio, siamo ancora bloccati. La Presidenza di turno tedesca sembra in difficoltà: vorrebbe far approvare dapprima il
Quadro pluriennale e poi il Programma straordinario NGEU (New Generation EU), ma il leader dei popolari, che poi è il tedesco Weber, chiede di votare tutto in blocco. Come se non bastasse,
Polonia ed
Ungheria hanno già minacciato di porre il
veto sul bilancio se dovessero essere inserite delle condizionalità a loro danno, sulla base di presunte violazioni dei principi dello Stato di diritto.
Se l'Unione europea è dunque nel caos, diciamolo francamente, molta colpa è dell'Italia. O forse è un "merito", direbbe qualche spiritoso.
D'altra parte, nella Storia recente, è sempre stato così: scombiniamo gli equilibri delle forze in campo con le nostre mosse a sorpresa.
Nel
1915 abbiamo cambiato cavallo,
abbandonando improvvisamente la
Triplice Alleanza con Germania ed Austria-Ungheria per schierarci con Inghilterra e Francia, aprendo un inatteso fronte meridionale che pesò in modo determinante sugli equilibri bellici. Nel
1940, poche ore dopo che i Tedeschi erano entrate a Parigi, senza sparare nemmeno un colpo, siamo
entrati in guerra al fianco della Germania aprendo il fronte greco. Questa mossa inattesa creò le premesse per il fallimento dell'invasione dell'URSS: alcune divisioni tedesche, infatti, dovettero essere dirottate dall'obiettivo di andare a conquistare le risorse petrolifere del Caucaso per aiutarci nell'impresa, visto che quella che doveva essere poco più di una esercitazione si dimostrò un pasticcio.
Fummo i
peggiori alleati possibili del Reich, alla pari dei Giapponesi: questi, attaccando gli americani a Pearl Harbour dettero finalmente al Presidente Roosevelt la scusa per intervenire in Europa. Vatti a fidare degli alleati!
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