E' come nella scenetta di Walter Chiari, un famosissimo attore di anni fa, che parlava ai suoi compagni di viaggio in treno del "Sarchiapone", l'animale che portava con sé nella valigia: tutti facevano finta di sapere esattamente quale fosse, mentre era una colossale presa in giro. Neppure lui lo sapeva, ma cercava di capirlo dalle risposte degli ignari interlocutori.
A
Bruxelles c'è un
caos indescrivibile: un po' tutti parlano del futuro dell'Unione, ma senza avere la minima idea di quale sarà il nuovo assetto. Sono tutti d'accordo, perbacco!, ma solo per finta.
La
crisi indotta dalla pandemia, strumentalizzata per rafforzare i poteri dell'Unione,
può portare all'implosione.
Nessuno degli strumenti automatici, robotizzati, che furono
messi in campo per affrontare le conseguenze della
crisi del 2010 è rimasto in piedi.
E già che, per adottarli nonostante la contrarietà della
Gran Bretagna, che faceva venir meno il requisito della unanimità necessario per modificare i
Trattati europei, si sono creati ben due Trattati intergovernativi paralleli. E' stato uno sforzo titanico ma inutile, visto la Gran Bretagna ha poi deciso di uscire dall'Unione. A dicembre, se tutto segue il calendario, ci sarà l'addio.
Vista la gravità della crisi in corso, Il
Patto di Stabilità è stato sospeso, e non si sa ancora per quanto tempo ancora: sicuramente per il 2021 e forse anche per il 2022.
Il procedimento di riforma del MES è stato bloccato, mentre sembrava che dovesse essere varato in pochi mesi. Neppure il
MES-sanitario decolla: nessuno vuole lo stigma di Paese che non ha accesso ai mercati e vuole sottoscrivere impegni di riforme strutturali come garanzia alla restituzione del debito privilegiato, come occorre fare ai sensi dei Trattati. Nonostante l'operazione di marketing compiuta in questi anni, sarà pure vero che non ci sono condizionalità, ma si sa come si entra nel MES ma non come se ne uscirà.
Ci sono poi le
deroghe per gli aiuti di Stato alle imprese, che vengono prorogate. Anche qui è un pasticcio, perché alcuni Stati come la
Germania e la
Francia stanno sovvenzionando con interventi colossali le proprie imprese, per proteggerle. L'
Italia si limita al minimo indispensabile, ed anche questo aggrava gli squilibri.
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