Nelle elezioni regionali in Calabria, il sistema di potere tradizionale ha sostenuto la candidata di Forza Italia,
Jole Santelli, in rappresentanza dell'intero Centro-destra che
non avrebbe mai vinto con i soli voti della Lega.
In Emilia Romagna ha vinto invece il candidato del PD,
Stefano Bonaccini, Presidente uscente. C'è chi sostiene, sicuramente a ragione, che una sconfitta del PD nelle elezioni in Emilia Romagna avrebbe avuto pesanti ripercussioni sulla tenuta del governo, che deve invece rimanere in sella fino alle elezioni del nuovo Presidente della Repubblica nel 2023. Una vittoria della Lega in Emilia Romagna avrebbe destabilizzato un Esecutivo che sta cercando a tutti i costi di rendere invisibile il costo dell'aggiustamento fiscale che ha dovuto adottare, rinviando gran parte delle nuove misure a metà anno.
La vittoria del candidato del PD in Emilia Romagna è stata determinata dalla dissoluzione del
M5S, che è crollato rispetto al 32% di voti riportati a livello nazionale nelle elezioni politiche del 2018. Già nel corso delle elezioni regionali e poi in quelle europee svoltesi nel 2019, il M5S aveva visto ridurre il proprio consenso, ma a favore della Lega: la sua capacità magnetica, di attrarre il dissenso e la protesta stava già svanendo. Stavolta, il riflusso è andato a sinistra, a favore del PD.
C'è un altro dato politico: in Emilia Romagna,
a sostenere apertamente il PD sono intervenute le cosiddette Sardine, un movimento nuovo di zecca che gode della simpatia delle gerarchie ecclesiastiche e dei facitori bolognesi dell'Ulivo, il progetto di unità a sinistra che portò il PD al governo con Romano Prodi. Anche il Segretario del PD Zingaretti ha ringraziato le Sardine per l'appoggio dato, che ora dovrà essere ben compensato, soprattutto in vista delle prossime scadenze elettorali per le Regionali. Sono test che serviranno a mettere a punto le alleanze dei due schieramenti, in vista delle elezioni politiche.
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