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Istat, natalità ancora in calo: 379mila nascite nel 2023 (-3,6% rispetto al 2022)

Ennesimo minimo storico di nascite, l’undicesimo di fila dal 2013.

Economia
Istat, natalità ancora in calo: 379mila nascite nel 2023 (-3,6% rispetto al 2022)
(Teleborsa) - Ennesimo minimo storico di nascite, l’undicesimo di fila dal 2013. Nel 2023 i nati residenti in Italia sono stati 379mila, con un tasso di natalità pari al 6,4 per mille (era 6,7 per mille nel 2022). In base ai dati pubblicati da Istat nel report sugli indicatori demografici, la diminuzione delle nascite rispetto al 2022 è di 14mila unità (-3,6%). Dal 2008, ultimo anno in cui si è assistito in Italia a un aumento delle nascite, il calo è di 197mila unità (-34,2%). Il numero medio di figli per donna scende così da 1,24 nel 2022 a 1,20 nel 2023, avvicinandosi di molto al minimo storico di 1,19 figli registrato nel lontano 1995.

Oltre alla natalità in discesa, anche la mortalità è in forte calo con 11 decessi per 1.000 abitanti: sono 661mila, l’8% in meno sul 2022. Il report sottolinea poi che nel 2023 ci sono stati più immigrati e meno emigrati dell’anno precedente: il saldo migratorio netto sale da +261mila nel 2022 a +274mila nel 2023. Calo demografico più sensibile nei Comuni delle Aree interne del Mezzogiorno: variazione di circa il 5 per mille in meno sull’anno precedente; riduzione della popolazione in quattro comuni su cinque. Popolazione residente straniera in crescita: 5 milioni e 308mila individui al 1° gennaio 2024, +166mila sull’anno precedente.

Al 1° gennaio 2024 la popolazione residente in Italia è pari a 58 milioni 990mila unità (dati provvisori), in calo di 7mila unità rispetto alla stessa data dell’anno precedente (-0,1 per mille abitanti). Confermando quanto già emerso nel 2022 (-33mila unità) prosegue il rallentamento del calo di popolazione che, dal 2014 al 2021 (-2,8 per mille in media annua), ha contraddistinto il Paese nel suo insieme. La variazione della popolazione nel 2023 rivela un quadro eterogeneo tra le ripartizioni geografiche. Nel Mezzogiorno la variazione è negativa, peraltro consistente nella misura del -4,1 per mille. Nel Nord, invece, la popolazione aumenta del 2,7 per mille. Stabile quella del Centro (+0,1 per mille).

A livello regionale, la popolazione risulta in aumento soprattutto in Trentino-Alto Adige (+4,6 per mille), in Lombardia (+4,4 per mille) e in Emilia-Romagna (+4,0 per mille). Le regioni, invece, in cui si è persa più popolazione sono la Basilicata (-7,4 per mille) e la Sardegna (-5,3 per mille).
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