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PNRR, Durigon: "Senza ripartenza Sud, Italia non riuscirà ad avere gli effetti economici previsti"

L'intervista al sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in occasione del seminario nazionale dei Consorzi Industriali promosso da Asi e Ficei

Economia
PNRR, Durigon: "Senza ripartenza Sud, Italia non riuscirà ad avere gli effetti economici previsti"
(Teleborsa) - "L'innovazione non è un processo isolato, ma richiede un ecosistema favorevole che incentivi la condivisione delle idee, la collaborazione e la creatività. Le imprese, le istituzioni, gli investitori e la società civile devono lavorare insieme per costruire una cultura dell'innovazione e che deve rappresentare una strada indispensabile per il futuro". È quanto ha affermato oggi Claudio Durigon, sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nel suo intervento alla tappa di apertura del seminario nazionale dei Consorzi Industriali "Sud Invest: la competitività dei Consorzi Asi per lo sviluppo del territorio" promosso dall'Asi (Area di Sviluppo Industriale) di Benevento e dalla Ficei (Federazione Italiana Consorzi Enti Industrializzazione).






Sulla Zes unica per il Mezzogiorno sono emerse alcune perplessità, ma quali sono a suo avviso i vantaggi per il Sud?

"Io credo che, oggettivamente, accentrare una Zes unica possa dare sicuramente risultati di rilievo con progetti più importanti e più
grandi che possono avere ricadute economiche ancora più significative per il Sud. Il Sud deve essere al centro di questi investimenti perché può dare sicuramente un'accelerata a tutto quello che è il sistema economico dell'Italia. Senza un Sud che riparte alla grande sicuramente l'Italia non riuscirà ad avere gli effetti economici previsti con il PNRR. Sono, quindi, convinto che la Zes sia uno strumento che vada realizzato anche con il potenziamento di alcune iniziative che si possono mettere in campo. Già quest'oggi ho ascoltato delle idee importanti che andremo a riportare anche venerdì a Benevento. Vogliamo ascoltare i soggetti intermediari, cioè le imprese e i vari consorzi, per capire come migliorare questa nostra attività".

Sul fronte PNRR l'obiettivo è chiudere tutto entro il 2026. Qual è, ad oggi, lo scenario?

"Il 2026 è una data apice del PNRR quindi dobbiamo in qualche modo far ricadere questi investimenti e farli ricadere bene perché altrimenti anche sul fronte del grande debito che ci siamo portati appresso si avrebbe un effetto negativo. Io credo che stia andando bene, la progettazione sta portando risultati molto importanti. Alcuni progetti sono stati tolti dal piano a causa della necessità di rispettare la data conclusiva del PNRR ma non credo sia un problema: sicuramente continueremo, infatti, a portare avanti quei progetti anche con altri fondi. Il problema oggi è far sì che questi investimenti ricadano sul territorio con gli effetti immediati necessari per rialzare il PIL italiano".


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