(Teleborsa) - Nel 2021 sono state programmate
406.500 entrate dalle imprese dell’Economia del Mare , quasi il 9% del totale complessivo, in aumento del 22,6% rispetto al
pre-Covid. È quanto emerge dal volume
“Economia del Mare e Green Deal” del Sistema informativo
Excelsior di Unioncamere e ANPAL, realizzato in collaborazione con il
Centro Studi delle Camere di commercio G. Tagliacarne, dove si esaminano anche altri aspetti delle filiere blu, come l’importante fattore moltiplicatore delle attività legate all’economia del mare sul resto dell’economia,
che è pari a 1,9 euro per ogni euro investito.
Anche in questo ambito
cresce la difficoltà di reperimento dei candidati che si attesta al 24,7% del totale delle richieste (+6 rispetto al 2019), ma nella
cantieristica navale si arriva al 42,7%.Quasi il 78% degli ingressi programmati dalle
imprese blu è concentrato nell’alloggio e ristorazione, che assorbe ben 315.010 entrate, seguito dai servizi turistici e di intrattenimento, con 47.360 entrate (11,7%). Gli altri settori pesano nell’insieme per il 10%, con fabbisogni occupazionali che passano dai 20.740 del trasporto marittimo fino ad arrivare ai circa 2.000 ingressi nelle industrie delle estrazioni terrestri e marine. Il 61,5% delle entrate è rappresentato dalle professioni commerciali e dei servizi e il 18,1% da professioni non qualificate, i raggruppamenti maggiormente richiesti nelle filiere prevalenti dell’Economia del mare, ossia l’alloggio, ristorazione e i servizi turistici.
Il gruppo dei conduttori di impianti e macchine è molto rilevante nel trasporto marittimo di passeggeri e nell’alimentare/ittica, mentre nella cantieristica navale la domanda di occupati è rivolta per lo più alle figure appartenenti al gruppo degli operai specializzati.
Dall’analisi dei dati Excelsior per livelli di istruzione emerge che nel 2021
le figure professionali maggiormente richieste dalle imprese blu sono quelle in possesso di qualifica o diploma professionale (53,8%), seguite dai diplomati di scuola secondaria superiore (26,1%), mentre è più limitata la domanda di laureati (3,5%) e diplomati degli Istituti Tecnici Superiori (0,9%).
La caratteristica del titolo di studio
si combina in modo differente con riferimento alla filiera di appartenenza. In particolare, nei comparti dell’economia del mare che si distinguono per contenuti a medio e alta intensità tecnologica si evidenzia una maggiore richiesta di lavoratori con una formazione universitaria, per esempio il 13,8% di entrate nelle estrazioni terrestri e marine è rappresentato da laureati, il 10,5% nel trasporto marittimo e il 10,4% nella cantieristica navale, settore dove tra l’altro è richiesto più
intensamente il possesso dei titoli dell’ITS (5,8%).