(Teleborsa) - “Al governo chiediamo di aumentare il limite di
deducibilità per i
fondi integrativi pensionistici (Fip), i
piani individuali pensionistici (Pip) e i
piani individuali di risparmio (Pir). Tre strumenti utilissimi per tutelare e proteggere maggiormente il patrimonio degli italiani investito in Btp e, al tempo stesso, effettuare investimenti nell’economia reale. Ai risparmiatori suggeriamo di farsi affiancare da consulenti eserti per tutelare il loro patrimonio in un periodo storico di grandi incertezze”. Queste le parole di
Biagio Calabrese, presidente del
Centro Studi Investimenti Finanziari, nel corso del webinar “Allarme dei piccoli risparmiatori dopo la crisi del governo Draghi” promosso dal CSIF.
“L’ulteriore aumento dei
tassi d’interesse dello 0,75 per poter mitigare i prezzi che stanno galoppando verso cifre inesplorate sta creando un contesto particolare che non vedevamo da anni. Il
FMI ha comunicato anche l’abbassamento della
crescita mondiale dal 3,6 a 3,2%. Tante le multinazionali che hanno comunicato la riduzione delle assunzioni. Nonostante i dati societari negativi, all’orizzonte c’è una prospettiva positiva macroeconomica con un mercato in recessione tattica per poter ripartire. La scommessa è mitigare il demone dell’inflazione. Abbiamo bisogno di soluzioni - ha aggiunto Calabrese - società che investono eticamente e in modo sostenibile. Sul futuro dei
mercati, se i dati saranno confermati, ci sarà un recupero della parte
obbligazionaria con molta
volatilità di quella azionaria. Serve una strategia molto difensiva che punti su asset class legati alle infrastrutture statiche e digitali”.
Secondo
Roberto Gennari (consigliere nazionale dell’Unione Giovani Dottori Commercialisti): “In un momento storico ed economico difficile come quello che stiamo vivendo, dove ci sarebbe stato bisogno di unione e compattezza, si è deciso di mandare a casa un premier come
Draghi. Questo provocherà inevitabilmente un rallentamento dei
lavori. Al prossimo governo chiederemo competenza, serietà, lungimiranza e ascolto della nostra categoria. Un primo passo sarà sostenere il sistema economico delle imprese, che ha subìto duri colpi già in epoca pre covid, utilizzando tutti i fondi disponibili. Un secondo aspetto riguarda la semplificazione. Noi
professionisti, oberati dalla burocrazia, non riusciamo a dare il giusto apporto alle nostre aziende. Un terzo punto - ha sostenuto Gennari - sarà l’abbattimento diretto del carico fiscale sui giovani. Inutile proporre agevolazioni, per esempio, sull’acquisto della prima casa, se poi i giovani non hanno la possibilità o addirittura la volontà di acquistarne una. Consentiamo loro di essere
artefici del proprio futuro. Ultimo punto riguarda il
Pnrr. Dobbiamo focalizzare l’attenzione su tutti gli adempimenti necessari ad evitare di perdere questa grande opportunità”.
Sugli effetti della crisi determinata dalla caduta del governo Draghi si è soffermato
Alessandro Amitrano (Ipf), segretario dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati: “E’ una fase molto complessa, senza dubbio. E di certo non aiuta la
crisi del governo in Italia, provocata dall’irresponsabilità politica di alcuni partiti che hanno anteposto i propri interessi a quelli del Paese. Un’irresponsabilità che ora limita l’azione del governo agli affari correnti che impediscono scelte con un orientamento politico, ad esempio a favore delle famiglie o delle imprese. In ogni caso, i numeri elaborati al ministero dell’Economia dovrebbero indicare in
14,3 miliardi la somma a disposizione del prossimo
decreto Aiuti bis, che dovrebbe essere orientato ad un’impostazione limitata sostanzialmente a replicare aiuti già approvati e poi scaduti o in via di scadenza, o sostegni già sperimentati come quelli per regioni ed enti locali. Anche la conversione in legge dovrà essere molto rapida per non essere schiacciata dal rinnovo delle Camere. Quanto allo
shock energetico - ha rimarcato Amitrano - , ritengo che questa sia una delle vere priorità del futuro, e il tema si lega a fil doppio
all’aumento dell’inflazione. Bisogna iniziare a investire sulle comunità energetiche: cittadini e imprese devono sempre più diventare autoproduttori di energia con il sole e con il vento, che in Italia non mancano, con ciò isolandosi dall’aumento dei prezzi delle materie prime e non contribuendo ad alimentare la
dinamica inflattiva. Per questo sostengo pienamente l’appello di 147 organizzazioni della società civile italiana affinchè vengano emanati al più presto i
decreti attuativi sulle comunità energetiche”.
Appassionato l’intervento di
Mario Bartiromo (Associazione nazionale Sociologi della Campania): “Siamo alla vigilia di una
campagna elettorale dove si continua a parlare solo di bonus, contributi, misure spot, senza andare al cuore dei problemi. Parliamo del caso
Unicredit, quella che era la banca di italiana di punta, i cui asset principali sono progressivamente stati smantellati favorendo l’ingresso di fondi stranieri. Al Sud abbiamo vissuto il declino del
Banco di Napoli e sarebbe interessante davvero vedere il rapporto esatto tra quanto raccolgono gli istituti di credito e quanto reinvestono sul territorio. Il tutto nel più completo silenzio di politica e media. E’ evidente che in queste condizioni la fiducia dei risparmiatori è seriamente minata e il nostro Paese rischia di diventare una colonia di capitali esteri. Servono riforme vere e radicali per superare questa pericolosissima stagnazione, anche a costo di risultare impopolari”.