(Teleborsa) -
E' alta tensione in Israele, stretta nella morsa fra la Striscia di Gaza e la Cisgiordania, dopo la dichiarazione dello
stato di guerra a seguito dell'
attacco terroristico perpetrato da Hamas lo scorso weekend. Il portavoce militare
Daniel Hagari ha spiegato che i n 48 ore sono stati aggiunti
300.000 riservisti.
Secondo quanto riferito da Washington Post, gli Stati Uniti si attendono
un'operazione via terra entro le prossime 24-48 ore. Una
colonna di tank si sta dirigendo verso la striscia di
Gaza ed una
pioggia di bombe si sta riversando sul territorio controllato da Hamas e colpendo
centinaia di obiettivi sensibili - almeno 800 dicono i media israeliani - mentre l'avversario ha rivendicato un attacco con
100 razzi ad Ashkelon, al Sud di Israele ed i miliziani hanno più volte varcato la linea sul confine con Gaza.
Si temono anche
ripercussioni dall'Iran, che pur avendo rinnegato di aver appoggiato l'attacco, ha offerto pieno appoggio al regime di Hamas. "Coloro che minacciano l'Iran dovrebbero sapere che qualunque mossa stupida contro l'Iran riceverà una
risposta distruttiva", ha chiarito il portavoce del ministero degli Esteri iraniano
Nasser Kanani, in risposta alle minacce di Israele e di alcuni funzionari USA contro Teheran.
Ripercussioni pesanti dalla guerra si sono registrate sulla
Borsa di Tel Aviv, che è crollata, con l'indice TA-35 che
ha perso quasi il 6,5% nella giornata di ieri e cede oggi un altro mezzo punto, appesantita soprattutto dai titoli bancari, che hanno ceduto ieri attorno al 9%.
Giù anche il mercato dei bond, mentre la valuta israeliana, lo
shekel, è letteralmente crollata, attestandosi
a quota 0,26 nei confronti del dollaro, il livello più basso da quasi 8 anni.
Per questo motivo la
Banca centrale d'Israele ha annunciato un
intervento sul mercato dei cambi del valore massimo di
30 miliardi di dollari in valuta estera, con l'obiettivo di moderare la volatilità del tasso di cambio dello shekel e di fornire la liquidità necessaria per il corretto funzionamento dei mercati. Oltre a questo programma, la Banca fornirà liquidità al mercato, se necessario, attraverso operazioni SWAP fino ad un valore di
15 miliardi di dollari. "La Banca d’Israele - aggiunge - continuerà a monitorare gli sviluppi, monitorando tutti i mercati e ad agire con gli strumenti a sua disposizione, se necessario".
Le tensioni in Medioriente stanno facendo volare anche il prezzo del petrolio e del gas. Il
prezzo del gas naturale Dutch TTF ad Amsterdam
è volato dell'8,3% a 41,40 dollari al barile, mentre il
petrolio riavvicina i 90 dollari al barile, con il future sul Brent del Mare del Nord che scambia a 87 dollari al barile, in rialzo del 2,9% ed il WTI a 85,61 dollari in vantaggio del 3,4%.
Le
Borse europee anche stanno scontando qualche
preoccupazione per la guerra "alle porte" del Mediterraneo, con Francoforte che perde circa mezzo punto, accompagnata da Parigi e Bruxelles che cedono lo 0,3% e Milano che lima lo 0,12%. In positivo viaggia invece Londra che segna un +0,26%.
A Piazza Affari
balzano i titoli legati alla difesa, come
Leonardo che sta conoscendo un importante rally (+5,3%). L'aumento delle quotazioni energetiche spinge anche
l'Eni del 2%. Nei
servizi petroliferi si mettono in evidenza anche
Tenaris (+2%) e
Saipem (+1,37%). Fra i
titoli legati al gas ed alla sua infrastruttura fanno bene
Snam e
Terna con incrementi di oltre un punto.