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Johnson rinuncia a correre per secondo mandato da Premier

Il rivale Rishi Sunak, ex Ministro delle Finanze, vede più vicina la vittoria

Economia, Politica
Johnson rinuncia a correre per secondo mandato da Premier
(Teleborsa) - Boris Johnson rinuncia alla corsa per Dowining Street e spiana la strada a rivale di origine indiana Rishi Sunak. L'ex Premier ha fatto un clamoroso passo indietro, rinunciando a correre per la successione a Liz Truss, dimessasi la scorsa settimana da capo dell'esecutivo e da leader del partito conservatore in seguito al flop della sua politica economica.

Bojo, in effetti, sembra non aver dimenticato le pressioni subite la scorsa estate in seguito allo scandalo del Partygate che lo portarono a dimettersi da Premier e lasciare i posto alla Truss.

L’annuncio della rinuncia di Johnson è arrivato nella tarda serata di ieri, domenica 23 ottobre, nonostante l'ex primo ministro britannico avesse raccolto più dei 100 endorsement necessari alla sua candidatura e sufficienti per il ballottaggio con Sunak. "Purtroppo in questi giorni sono giunto alla conclusione che non sarebbe stata la cosa giusta da fare", ha affermato l'ex Primo Ministro, annunciando la sua rinuncia dalla carica di leader dei Tory e Premier, aggiungendo "sarei stato ben piazzato" per vincere le elezioni nel 2024 contro i labouristi guidati da Keir Starmer.

Il concorrente Sunak, 42 anni, origine indiana, ex Cancelliere dello Scacchiere, vede sempre più vicina la soglia di Downing Street, potendo contare sui voti di almeno 150 deputati, con il supporto di una maggioranza piuttosto variegata che va dall'ultradestra pro Brexit ai moderati. Sunak, che vanta contatti nel mondo della finanza e alla City, si era già misurato lo scorso settembre con l'ex Premier Liz Truss, non riuscendo a sfondare, e si prepara ora a diventare Premier con un grande obiettivo davanti: risanare l'economia del regno unito in crisi profonda e in un contesto globale dominato da tante incertezze.

Più indietro l'altra concorrente rimasta in lizza, la Ministra Penny Mordaunt, che ha all'attivo appena una trentina di voti. Sarà da vedere però dove confluiranno il centinaio di voti rivendicati da Johnson ora che la sua rinuncia è palese.


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