Facebook Pixel
Milano 29-ott
34.926 -0,26%
Nasdaq 29-ott
20.551 +0,98%
Dow Jones 29-ott
42.233 -0,36%
Londra 29-ott
8.220 -0,80%
Francoforte 29-ott
19.478 -0,27%

Istat, investimenti in R&S in ripresa in Italia: 16 miliardi la stima per il 2023

Economia
Istat, investimenti in R&S in ripresa in Italia: 16 miliardi la stima per il 2023
(Teleborsa) - Per la R&S intra-muros si sono spesi nel 2021 circa 26 miliardi di euro, il 3,8% in più dell’anno precedente . Cresce la spesa in R&S delle istituzioni pubbliche (+9,7%) e delle Università (+7,9%) e si mantiene costante l’incremento nelle istituzioni private non profit (+1,9%). Le imprese sembrano invece aver superato solo in parte la crisi pandemica: la spesa che hanno complessivamente sostenuto aumenta appena dell’1,1%. La buona capacità di recupero è da attribuire alla grande impresa (+3,8%), mentre è in marcata flessione la spesa delle PMI (-4,5%). Sono alcuni dei dati pubblicati oggi dall'Istat sugli inventimenti in ricerca e sviluppo in Italia

Per il 2022 i dati preliminari indicano un peggioramento della spesa in R&S delle imprese (-2,9% rispetto al 2021). È invece stimata per il 2023 una ripresa in grado di riportare i valori di spesa a livelli superiori al 2021: secondo le previsioni la spesa delle imprese aumenterà raggiungendo il valore di circa 16 miliardi di euro (+5,2% rispetto al 2022).

L’ammontare complessivo (cumulato) del risparmio d’imposta per le imprese beneficiarie del credito d’imposta per la R&S e del Patent box sale dallo 0,04% del Pil nel 2015 allo 0,28% nel 2019, in flessione allo 0,18% nel 2020. È quanto emerge da un rapporto Istat sugli effetti sulle decisioni di investimento e l’impatto distributivo dei principali strumenti di incentivazione fiscale a favore delle imprese che investono in ricerca e sviluppo (R&S) adottati a partire dal 2015: il credito di imposta per la R&S e il Patent box.

L’analisi è effettuata sull’universo delle società di capitali che compilano la dichiarazione dei redditi (circa 1.240.000 in ciascun periodo d’imposta) formato per l’85% da micro imprese (fino a 9 addetti) e per il 12% da imprese di piccole dimensioni (10-49 addetti). Le analisi presentate si riferiscono ad un sottoinsieme di circa 900 mila imprese, escludendo le imprese appartenenti al settore agricolo, finanziario, sanità, istruzione, nonché le imprese con fatturato negativo o nullo che non risultano attive o che non sono di nuova costituzione.

Il Patent box favorisce le imprese con almeno 500 addetti e in egual misura manifattura e servizi. Si appropriano delle quote più elevate di risorse le imprese manifatturiere con bassa intensità di tecnologia, i servizi a bassa intensità di conoscenza (trasporti e magazzinaggio, attività immobiliari, viaggi, noleggio e leasing, ecc.) e le imprese manifatturiere con medio alta intensità tecnologica.

L’utilizzo del credito per la R&S in compensazione delle imposte dovute (Ires e Irap) consente di azzerare il debito d’imposta per una percentuale via via crescente di imprese beneficiarie (dal 47% nel 2015 al 70% nel 2019) Nel 2020 il taglio dell’aliquota effettiva – tenuto conto del limite all’utilizzo del credito R&S in tre quote annuali – si ferma a 8,6 punti percentuali. Il Patent box invece riduce l’aliquota effettiva delle imprese beneficiarie di circa 11,5 punti percentuali nel quinquennio 2015-2019. Nel 2020, tale distanza si riduce a 7,7 punti percentuali.

L’introduzione dei provvedimenti determina una riduzione del costo dell’investimento in R&S (intramuros) che raggiunge il 19% nel 2019 (vecchio regime) e sale al 24% dal 2023. Per elevati livelli di redditività dell’investimento in R&S il nuovo Patent box risulta meno generoso del regime previgente. Dal 2019 i contratti extramuros commissionati a soggetti pubblici (Università, enti di ricerca) godono di un trattamento più favorevole rispetto alla spesa intramuros e ai contratti extramuros commissionati a soggetti privati.

Il credito d’imposta per la R&S si concentra nelle imprese manifatturiere che vedono un rafforzamento della loro quota (55%) nel 2020 (primo anno del nuovo regime) a scapito dei servizi. Le imprese piccole e piccolissime (fino a 50 addetti) sono i maggiori beneficiari del credito commisurato agli incrementi di spesa (2015-2019), mentre le imprese con almeno 50 addetti ottengono una quota maggioritaria (58%) del credito commisurato alla spesa totale (2020).

Le imprese localizzate nel Mezzogiorno ricevono una quota crescente di risorse (24,9% nel 2020), beneficiando sia del meccanismo incrementale (2015-2019) sia del meccanismo basato sul volume di spesa con maggiorazione delle aliquote per le spese agevolate realizzate nel Mezzogiorno (2020). Nel triennio 2017-2019 tra gli obiettivi del credito per la R&S vi è il sostegno alla internazionalizzazione della R&S: se ne avvantaggiano le controllate estere (21%), le imprese che operano nella manifattura ad alta intensità tecnologica (10%) e nei servizi con alta intensità di tecnologia e conoscenza (6%), e le imprese più grandi.

Condividi
```