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Emergenza abitativa, Todde (CSE): "Caos nelle città turistiche oltre il 15% sono b&b"

Economia
Emergenza abitativa, Todde (CSE): "Caos nelle città turistiche oltre il 15% sono b&b"
(Teleborsa) - "L’incremento dei Bb&B e delle case vacanze ha avuto un impatto significativo sull’emergenza abitativa. Nelle città a vocazione turistica oltre il 15% delle abitazioni sono destinate ad affitti brevi e il numero degli annunci attraverso piattaforme on-line supera le 500mila unità. Oltre 50mila studenti risentono della carenza abitativa in città come Milano, Roma e Bologna per non parlare dei senza fissa dimora". E' quanto sottolinea Giovanni Todde, presidente del Centro studi Economico, nel corso della conferenza stampa "Emergenza abitativa nelle città metropolitane”, che si è svolta nella sala Caduti di Nassirya a Palazzo Madama, con l’ausilio di Ciro Di Pietro, chief restructuring officier.

Per Todde, "serve una regolamentazione di questo fenomeno, prevedendo un limite massimo di giorni annui per l’utilizzazione delle abitazioni destinate a tal fine e incentivi per gli affitti di lungo periodo con una rimodulazione della normativa dell’edilizia residenziale pubblica favorendo i meno abbienti e le giovani coppie. Anche la leva fiscale può essere utile con una tassazione progressiva da destinare all’housing sociale per chi utilizza gli appartamenti per l’ospitalità".

L’appello al governo ad impegnarsi su questo tema è stato lanciato da Luigi Nave, senatore del M5s commissione Ambiente E Lavori pubblici a Palazzo Madama, seocndo cui "il governo deve impegnarsi a combattere l’emergenza abitativa invece di salvaguardare le speculazioni in ambito edilizio sostenendo i giovani, le famiglie numerose e i meno abbienti. Come M5s abbiamo proposto di rimpinguare il Fondo per le morosità incolpevoli, per gli affitti e per gli under 36”.

Sulla necessità di regolamentare un settore in forte espansione come quello degli affitti a breve termine è intervenuto Amedeo Di Pietro, avvocato cassazionista e presidente dell’Osservatorio Nazionale sul Diritto, che chiede una regolamentazione per "superare l’incertezza normativa relativa a questi tipi di contratti che comportano criticità importanti ai danni di famiglie e studenti oltre a ripercuotersi pesantemente sulle attività dei tribunali".

L’analisi legislativa del fenomeno è stata affidata a Fulvio Baldi, sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione, seocndo cui "l’attività economica privata è libera ma deve tendere al benessere comune". "Si preferisce la locazione a breve termine rispetto a quella lunga per diversi motivi - afferma - che riguardano l’entità dei pagamenti, lo stato in cui viene lasciato l’immobile e le lungaggini dei tempi per i morosi. Bisogna agire su questi punti per riequilibrare l’utilizzo delle abitazioni".

A illustrare le soluzioni possibili adottate in altri Paesi UE è stato l’avvocato Danilo D’Andrea, consigliere nazionale Unione per la Giustizia, che ricorda "a Parigi dal 2017 è stato imposto un tetto massimo di 120 giorni per la locazione dell’immobile principale. Superato questo limite è obbligatorio un cambio di destinazione d’uso con una tassazione molto superiore che disincentiva la possibilità di optare per gli affitti brevi. A Barcellona entro il 2028 saranno eliminate oltre diecimila licenze per liberare altrettanti appartamenti in favore di famiglie e studenti".

L’analisi delle soluzioni dal punto di vista fiscale hanno caratterizzato l’intervento di Renato Burigana, presidente di Conepro (Commercialisti Network Professionale), il quale afferma che "bisogna intervenire su vari aspetti a partire dalla diversificazione della tassazione tra affitti brevi e a lungo termine creando una disponibilità maggiore di immobili sul mercato; incentivare le ristrutturazioni sugli immobili destinati ad affitti lunghi oltre alla possibilità di rivedere le soglie di detassazione per le locazioni".
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