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Tassi USA, Goolsbee (Fed Chicago) frena sui tagli

Inflazione in stallo, meglio attendere

Economia
Tassi USA, Goolsbee (Fed Chicago) frena sui tagli
(Teleborsa) - "Nel 2024 i progressi sull'inflazione sono in fase di stallo. In questo momento, ha senso aspettare e ottenere maggiore chiarezza prima di muoversi". Lo ha detto il presidente della Fed di Chicago, Austan Goolsbee, durante la conferenza annuale della Society for Advancing Business Editing and Writing a Chicago.

Tre mesi di dati negativi sull'inflazione "non possono essere ignorati" e la banca centrale americana deve aspettare e ottenere maggiore chiarezza prima di adottare un allentamento sulla politica monetaria, ha aggiunto il banchiere che, non è membro votante al Fomc.

Il presidente della Fed di Chicago ha aggiunto che il livello del tasso di interesse è "restrittivo" e continuerà a frenare le pressioni inflazionistiche man mano che l'economia tornerà ai livelli pre-pandemia.

Tra gli investitori resta dunque il timore per tassi alti più a lungo, specie dopo che martedì il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha mostrato cautela, sostenendo che la politica monetaria per il momento resterà restrittiva.

Le parole di Goolsbee, tra l'altro, sono state precedute da quelle della presidente della Fed di Cleveland, Loretta Mester, che nie giorni scorsi aveva dichiarato di aspettarsi un ulteriore allentamento delle pressioni sui prezzi quest'anno, consentendo alla banca centrale di tagliare i costi di finanziamento, ma solo quando sarà "abbastanza fiduciosa" che l'inflazione si dirigerà in modo sostenibile al suo obiettivo del 2%. Il governatore della Fed Michelle Bowman aveva affermato che i progressi nel ridurre l’inflazione negli Stati Uniti potrebbero essere in fase di stallo e che rimane una questione aperta se i tassi di interesse siano abbastanza alti da garantire un ritorno al target di inflazione del 2%.

Il Beige Book pubblicato, in settimana, ha riportato che l'attività economica statunitense è leggermente cresciuta, nel complesso, da fine febbraio. Secondo lo studio, i consumi sarebbero marginalmente aumentati, anche se eterogeneamente tra i diversi distretti e le varie categorie di spesa.
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