(Teleborsa) - Via libera in Consiglio dei ministri ad un
decreto legge in materia di migranti. Il provvedimento, di fatto, dovrebbe rendere norma primaria l'indicazione dei Paesi sicuri per il rimpatrio, e non più secondaria, come è invece il decreto del ministro degli Esteri, di concerto con quelli di Interno e Giustizia, con cui finora è stato annualmente aggiornato l'elenco, come spiegato in
conferenza stampa.
Il nostro provvedimento "nasce da una sentenza della Corte di giustizia europea molto complessa e articolata che probabilmente non è stata ben compresa o ben letta" dai giudici", sottolinea il Ministro della Giustizia
Carlo Nordio in conferenza stampa a palazzo Chigi. "I soggetti sono di cittadinanza incerta e la loro provenienza è dichiarata da loro stessi, non hanno documenti e non c'è nessuna prova che arrivino da determinati Paesi, il che significa devolvere all'arbitrio di
queste persone la definizione dei parametri di sicurezza o meno dai quali dicono di arrivare". Con il decreto di oggi diventa
"fonte primaria l'indicazione dell'elenco di 19 Paesi sicuri sugli originali 22: abbiamo tenuto conto dell'integrità territoriale ed escluso Camerun, Colombia e Nigeria", ha precisato il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi precisando che la lista dei Paesi sicuri "diventa norma primaria e consente ai giudici di avere un parametro rispetto ad un'ondivaga interpretazione. Abbiamo avuto diverse centinaia di casi precedenti di decisioni che non condividiamo e abbiamo legittimamente impugnato. Adesso è norma di legge e offriamo una valutazione fatta per legge"
.
Non si placa, dunque, lo scontro tra Governo e toghe sulla questione Albania e migranti. "Noi non siamo contro il governo, sarebbe assurdo pensare che l'ordine giudiziario, un'istituzione del Paese, sia contro un'istituzione del Paese quale è il potere politico. Non è lo scontro istituzionale quello a cui tendiamo, tendiamo a difendere l'autonomia e l'indipendenza dell'ordine giudiziario"
, ha detto il presidente
dell'Associazione nazionale magistrati Giuseppe Santalucia.(Foto: Per gentile concessione dell'ufficio stampa di Palazzo Chigi)