(Teleborsa) - "
Si prevede che lo sciame sismico continuerà anche nei prossimi giorni. Alcune di queste repliche potrebbero essere risentite dalla popolazione, specie quella residente lungo la costa, senza escludere altri eventi di altrettanta entità, anche se al momento è impossibile fare previsioni". E' quanto spiega la Regione Marche dopo la scossa avvertita nel centro Italia questa mattina alle 7.07 di magnitudo, 5,7 ed epicentro sulla costa pesarese a una profondità di
8 chilometri e a 30 chilometri da
Fano e 35 chilometri da
Pesaro, che è stato sentito anche a
Roma, Firenze, Bologna e nel nord Italia, fino al
Trentino e in
Friuli Venezia Giulia.E' la scossa più forte dal 1930, data del terremoto di Senigallia di magnitudo 5.8. Lo rileva l'Ingv. Dalla mappa della sismicità dal 1985 ad oggi si nota che in questa area è presente un'attività sismica con eventi e piccole sequenze di magnitudo moderata, come quella del giugno del
2000 con terremoti di magnitudo fino a
3.5.
"Non risultano danni o crolli tali da rendere inagibili le scuole marchigiane". Lo dice il direttore dell'Usr (Ufficio scolastico regionale) Marco Ugo Filisetti che parla di
"chiusure a macchia di leopardo" sul territorio regionale.
"Nell'immediatezza dell'evento abbiamo provveduto a istituire un punto unico di accesso dei dati, dove far affluire tutte le informazioni sulle conseguenze del fenomeno" provenienti da "Comuni, Province, e Protezione civile", come "ordinanze di chiusura dei sindaci" e anche le eventuali "difficoltà di trasporto", e "dal quale informare tutte le nostre istituzioni scolastiche". "Le strutture risultano sostanzialmente agibili, salvo qualche particolare situazione.
Intanto, anche
Papa Francesco "ha chiesto notizie e garantito la sua vicinanza alla popolazione colpita prima dall'alluvione ed ora dal terremoto". Lo fa sapere, in una nota ripresa dal Sir, il presidente Conferenza episcopale marchigiana (Cem), mons. Nazzareno Marconi, vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia.