(Teleborsa) - "I motivi per i tagli di forniture di gas che colpiscono quasi tutta l'Europa ci viene detto che sono tecnici. Una delle motivazioni è che la manutenzione richiede pezzi di ricambio che per le sanzioni non arrivano. La Germania, noi e altri ritengono siano bugie, che ci sia uso politico del gas come del grano". È quanto ha affermato il
presidente del Consiglio Mario Draghi parlando con la stampa italiana a Kiev.
"Le conseguenze – ha aggiunto il premier – non sono sui consumi ma sullo
stoccaggio: siamo già arrivati al 52%, a un ritmo tranquillo nell'immediato e nell'inverno, ma a questi prezzi più alti stoccaggi più difficili. Per quanto riguarda il flusso di fondi alla Russia, è vero che le forniture stanno diminuendo del 15, del 30%, ma i prezzi stanno aumentando del 15 o del 30% e quindi la Russia incassa di più.
È una strategia che va affrontata e combattuta, ne parleremo anche al Consiglio europeo. L'iniziativa dell'Italia per un tetto al prezzo del gas acquista più forza e ne discuteremo nel Consiglio europeo".
La Russia mercoledì ha ridotto il flusso di metano verso la Germania e l'Italia, rispettivamente del 33% e del 15%. La motivazione ufficiale è che, a causa delle sanzioni, mancano pezzi di ricambio per la manutenzione dei gasdotti. Una motivazione che non convince i leader europei. Il taglio delle forniture è alla base dell'incertezza e delle tensioni che fanno impennare il prezzo del gas sulla piazza di Amsterdam, la più importante d'Europa. In giornata è arrivato a 148,99 euro, +24%, per poi assestarsi su 135,16 euro, +10,7%. Eni ha chiesto a Gazprom più gas, per compensare il taglio di mercoledì. Ma il colosso russo ne ha dato poco più, appena il 65% di quello che aveva chiesto il gruppo italiano.
Una "rappresaglia" – come l'ha definita il
ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani – che, tuttavia, non intimorisce l'Europa. La posizione ribadita da Draghi a Kiev – dove si è recato insieme al cancelliere Olaf Scholz e al presidente francese Emmanuel Macron, per sostenere Volodymir Zelensky e la resistenza anti-russa – è, infatti, netta. "La visita di oggi – ha detto Draghi – conferma inequivocabilmente il nostro sostegno, dell'Ue e dei nostri alleati. Il messaggio più importante della nostra visita è che l'Italia vuole l'Ucraina nell'Ue". Draghi ha sottolineato che l'Italia vuole che Kiev abbia lo "status di candidato, e sosterrà questa posizione nel prossimo Consiglio europeo. Zelensky – ha aggiunto – comprende che è una strada, non un punto, che dovrà vedere riforme profonde".