(Teleborsa) - "Nuove regole e più sovranità condivisa". È la ricetta per l'Eurozona di
Mario Draghi. In un intervento sull’Economist, l'ex presidente del Consiglio italiano ed ex presidente della BCE, ha spiegato che "le strategie che nel passato hanno assicurato la prosperità e la sicurezza dell’Europa, affidandosi all’
America per la sicurezza, alla
Cina per l’export e alla
Russia per l’energia, sono diventate insufficienti, incerte o inaccettabili". Per quel che riguarda le
politiche di bilancio, secondo Draghi "tornare passivamente alle vecchie regole sospese durante la pandemia sarebbe il risultato peggiore possibile".
"L’Europa deve ora affrontare una serie di
sfide sovranazionali che richiederanno ingenti
investimenti in tempi brevi, tra cui la difesa, la
transizione verde e la
digitalizzazione", ha sottolineato, e allo stato attuale "l’Europa non dispone di una strategia federale per finanziarli, né le politiche nazionali possono assumerne il ruolo, poiché le norme europee in materia di bilancio e aiuti di Stato limitano la capacità dei Paesi di agire in modo indipendente". Per Draghi l'Europa corre il "serio rischio" di non raggiungere i suoi
obiettivi climatici e di non riuscire "a garantire la sicurezza richiesta dai suoi cittadini", perdendo "la sua
base industriale a vantaggio di regioni che si impongono meno vincoli. Per questo motivo, tornare passivamente alle
vecchie regole fiscali, sospese durante la pandemia, sarebbe il peggior risultato possibile".
Secondo l’ex presidente della BCE la soluzione migliore è superare quelle
regole di bilancio e sugli
aiuti di Stato che limitano la capacità dei singoli Paesi di agire in maniera indipendente. Non è così in America, ricorda Draghi, "dove l’amministrazione Biden sta allineando la spesa federale e gli incentivi fiscali al perseguimento degli obiettivi nazionali". Ma rilassare semplicemente le regole di bilancio e quelle sugli aiuti di Stato, permettendo agli Stati membri di accollarsi tutto il peso degli investimenti necessari, per Draghi sarebbe un approccio sbagliato. Per questo occorre ridefinire il quadro delle politiche di bilancio della Ue e i processi decisionali.
Servono quindi nuove regole che siano severe, per garantire finanze statali credibili nel medio termine, ma anche abbastanza flessibili, per permettere ai governi di reagire a shock imprevisti. E poi "trasferire più poteri di spesa al centro". E in vista di ulteriori
allargamenti della
Ue ai
Balcani e all’
Ucraina, Draghi invita ad "evitare di ripetere gli errori del passato, espandendo la periferia senza rafforzare il centro". Il rischio – sostiene – è di annacquare la Ue piuttosto che rafforzare la sua capacità di agire".