(Teleborsa) -
La Legge di Bilancio 2023 doveva essere ben diversa. Lo denuncia il sindacato della scuola
Anief, ricordando che il Governo ha impostato una
Manovra dedicata per due terzi a coprire il caro-energia ed ha mancato quindi l’importante appuntamento con
l'Istruzione, lasciata ancora una volta nell’angolo.
Per il sindacato
l'esecutivo deve ora assolutamente riparare, inserendo le disposizioni più importanti all’interno del decreto
Milleproroghe. "Oltre al danno - sottolonea il sindacato - abbiamo assistito anche alla beffa, rappresentata dall’ennesima spending review applicata all’Istruzione, con centinaia di istituti accorpati e posti da dirigente scolastico e Dsga che svaniranno nel nulla".
Gli
emendamenti fatti presentare da Anief sulla Manovra 2023 vanno dai precari all'organico aggiuntivo PNRR, dalla mobilità del personale bloccata da vincoli e quote agli organici di sostegno precarizzati, dai nodi sui titoli esteri all’allargamento delle graduatorie di merito e del concorso straordinario bis, dalla valorizzazione dei Dsga e degli Ata al riscatto dei contributi gratuiti, dalla formazione all’indennità di vacanza contrattuale non assegnata, dai lavori gravosi alla definizione in contrattazione del merito fino all’insegnamento dell’educazione fisica da allargare a tutte le classi della primaria.
"
L'indifferenza del nuovo Governo rispetto alle esigenze della scuola sta mettendo in serio dubbio la funzionalità del sistema scolastico, a partire dall’organizzazione e attuazione dei progetti del PNRR finanziati dall’Unione europea", sottolinea il Presidente del sindacato
Marcello Pacifico, aggiungendo "
abbiamo presentato 40 emendamenti al ddl sulla Legge di Bilancio 2023, su svariati punti, ma sono stati ignorati, pur avendo al nostro fianco tantissimi parlamentari di maggioranza e opposizione".
Pacifico sostiene che "il
Governo Meloni doveva assolutamente fare di necessità virtù, trasformando la denatalità in un aspetto positivo per le nostre scuole e per chi vi opera ogni giorno: dovevamo utilizzare i finanziamenti del Pnrr per ridurre il numero di alunni per classe, invece di continuare l’operazione di riduzione di spesa per l’Istruzione pubblica iniziata nel 2008.
"Non sono state cancellate le norme che bloccano i trasferimenti del personale, la loro uscita alle soglie dei 70 anni, il reclutamento macchinoso, la supplentite eterna e l’accumulo di precari, gli organici ridotti all’osso", conclude il leader dell’Anief, ribadendo
"noi non ci rassegniamo e riproporremo tutto in ogni occasione utile".