(Teleborsa) - La manovra da quasi 35 miliardi approvata dal Governo prevede, tra le altre cose,
Quota 103, l’anticipo pensionistico per evitare il ritorno alla Legge Fornero, e la possibilità delle donne con figli di uscire prima.
Sulla scuola, invece, le disposizioni decise dai ministri e dalla premier risultano ad oggi deludenti: è solo previsto il ripristino del contributo per le scuole paritarie, pari a 70 milioni, più il trasporto degli alunni disabili (24 milioni).
Nulla è stato fatto su organici e mobilità in deroga agli attuali criteri, sulle modifiche necessarie per il reclutamento dei precari nella fase transitoria del PNRR, come per fare avere risorse aggiuntive per profili professionali docenti, Ata, Dsga.
Come non è stato tradotto in legge il riscatto gratuito degli anni di formazione universitaria e l’estensione dei lavoratori fragili a tutto il personale docente, così da realizzare un anticipo pensionistico senza discriminazioni. Il sindacato Anief si prepara a proporre emendamenti ad hoc da fare approvare in fase di conversione in legge del decreto.
"Indubbiamente - commenta
Marcello Pacifico, presidente Anief - sulle pensioni è stata in parte accolta la proposta dell’Anief di anticipare età di uscita da lavoro per lavoratrici madri per favorire la natalità, ma all'interno di opzione donna.
Il nostro sindacato aveva chiesto dalla passata estate, nel Manifesto del 25 settembre, di eliminare ogni penalizzazione e di riconoscere anche riscatto gratuito dei contributi per ogni figlio:
non è andata così, ma lo consideriamo un inizio. Per quanto riguarda la scuola, però,
la legge di fine 2023 è tutta da riscrivere: sono state assegnate le sole risorse per le paritarie. Mentre non si è fornita alcuna risposta sulle tante urgenze: dagli organici alla mobilità, dal reclutamento alla revisione del PNRR".
"Il nostro sindacato – continua il leader dell’Anief - è
pronto al dialogo con il Parlamento e con il Governo per le opportune modifiche: produrremo, infatti, una raffica di proposte emendative durante il dibattito parlamentare. Di certo, senza nuovi stanziamenti saranno a rischio la revisione dei profili professionali del personale amministrativo, la lotta contro la dispersione e anche il bonus Carta docenti".
"Il nostro sindacato – continua Pacifico – continuerà a battersi fino all’ultimo per ottenere anche l'organico aggiuntivo e l’allargamento delle graduatorie del concorso Straordinario bis. Non approvare questo, tra l’altro, significherebbe mettere a serio rischio i fondi del PNRR. Come pure ci aspettiamo che il ministro dell’Istruzione traduca in risorse l’impregno preso con noi sindacati rappresentativi lo scorso 10 novembre, alla vigilia della firma dell’ipotesi di contratto collettivo nazionale 2019-21:
chiediamo al nuovo Parlamento un atto di coerenza, anche rispetto alle promesse fatte in campagna elettorale”.
A questo proposito, per il rinnovo del contratto 2019/2021 e l’assegnazione degli arretrati a dicembre, il Governo, attraverso il Consiglio dei Ministri, ha autorizzato il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo a firmare l’ipotesi sottoscritta la scorsa settimana all’Aran, secondo quanto chiesto da Anief già dai primi incontri a maggio. “In quella sede – conclude il presidente Anief – è stato preso un impegno politico ad assegnare all’Istruzione mezzo miliardo in più rispetto al resto della PA. Certamente, sono stati recuperati 2,5 punti rispetto anche all'inflazione del decennio precedente e rispetto quindi al vecchio contratto. E sono stati stanziati nel DL 176/22 i primi 100 milioni aggiuntivi dei 500 milioni promessi nell'accordo politico del 10 novembre”.