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Salario minimo, associazioni imprese e lavoratori si dividono

Uggè "Poco comprensibile la rinuncia di Cgil e Uil. Ma è legittimo cambaire idea"

Economia
Salario minimo, associazioni imprese e lavoratori si dividono
(Teleborsa) - Con l'approvazione del documento finale sul lavoro povero e il salario minimo, il presidente del CNEL, Renato Brunetta, ha consegnato alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni il testo approvato a larga maggioranza nella seduta di ieri. Un testo che non è stato ben accolto da tutte le associazioni imprenditoriali e dei lavoratori.

Di fronte alla votazione contraria di Cgil e Uil, ad esempio, Paolo Uggè di Conftrasporto reputa "poco comprensibile la rinuncia di Cgil e Uil che da sostenitori del valore della rappresentanza e del ruolo delle parti sociali sono divenuti ora i difensori di una linea di contrapposizione a una soluzione che valorizza il ruolo dei corpi intermedi". "Ma è legittimo cambiare idea", conclude il presidente di Fai-Conftrasporto.


Anche Confcommercio condivide il documento conclusivo del CNEL perché il sistema di contrattazione italiano "si muove, nel complesso, in una direzione diversa da quello di una mera tariffa oraria". Per Confcommercio la contrattazione è, dunque, la scelta giusta e la Confederazione ha sempre sostenuto che la strada maestra sia quella della valorizzazione erga omnes di tutti i trattamenti previsti nei contratti leader e che, al contrario, un intervento a "gamba tesa" del legislatore annienterebbe la contrattazione stessa che in Italia ha sempre funzionato. Attraverso il sostegno della contrattazione, inoltre, ne potranno beneficiare tutti i tavoli nazionali, anche quelli che presentano percorsi più complessi: così Confcommercio sul documento finale sul lavoro povero e salario minimo approvato ieri dall’assemblea del Cnel.

"C’è la nostra piena condivisione al documento della Commissione Informazione del Cnel presieduta dal professor Michele Tiraboschi", è quanto ha dichiarato il presidente di Confprofessioni e consigliere del Cnel, Gaetano Stella, al termine dell’Assemblea del Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro.

"Il salario minimo non può essere imposto per legge e tantomeno sostituirsi alla contrattazione collettiva, che è sovrana nei rapporti di lavoro. Giusta quindi la scelta del Governo di affidare al Cnel una materia così complessa che rientra tra le funzioni e le prerogative delle parti sociali. E sono proprio gli attori sociali che attraverso i contratti collettivi possono e devono definire non solo i minimi retributivi ma anche forme di welfare innovative e adeguati livelli di produttività. In questa prospettiva - conclude Stella - il documento approvato dall’Assemblea del Cnel è una base di partenza per analizzare numerosi aspetti che riguardano il mercato del lavoro e l’occupazione".
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