(Teleborsa) - Nonostante il cessate il fuoco annunciato dalla Russia in Ucraina per permettere i corridoi umanitari da varie città fonti ucraine accusano Mosca di aver violato la tregua prevista per questa mattina con
attacchi su Mariupol e Sumy. Al termine del
13esimo giorno di guerra si attende, nei prossimi giorni, l'avvio del
quarto round di colloqui tra Mosca e Kiev in Bielorussia. Il
presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è detto disposto a un possibile compromesso su Donbass e Crimea affermando di essere "pronto al dialogo" ma "non alla capitolazione". Nel frattempo dopo quasi due settimane di scontri
l'Onu ha annunciato che vi sono oltre 2 milioni di rifugiati. Tra gli eventi cruciali della giornata di oggi si inserisce il
discorso di Zelensky trasmesso in video collegamento in diretta ai deputati della Camera dei Comuni britannica, nel quale il presidente ucraino ha descritto in toni drammatici l'invasione attuata dalla
Russia, definita come "uno Stato terrorista". Zelensky ha poi esaltato "l'eroismo" della sua gente e ha ribadito che il suo Paese intende resistere e combattere fino alla fine, anche "nelle foreste" se sarà necessario. "Noi – ha affermato Zelensky – non vogliamo perdere ciò che è nostro come un tempo voi non avete voluto" arrendervi di fronte all'invasione nazista". Le sue parole sono state accolte con una prolungata standing ovation.
Sempre oggi si è svolta a Londra la riunione fra il
premier britannico, Boris Johnson Ucraina, Zelensky: "Russia e i
leader delle quattro nazioni est-europee del gruppo di Visegrad (V4: Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria) nel corso della quale Johnson ha preannunciato, d'intesa con i leader ospiti, la
necessità di un futuro "piano Marshall" per il sostegno alla ricostruzione dell'Ucraina. Al termine dell'incontro, svoltosi presso la Lancaster House,
Downing Street ha sottolineato la
sintonia piena fra BoJo e i 4 ospiti (il polacco Mateusz Morawiecki, l'ungherese Viktor Orban, il ceco Petr Fiala, lo slovacco Eduard Heger) sulla necessità d'intensificare ulteriormente la
pressione delle sanzioni sulla Russia in risposta alle "barbare azioni" imputate allo zar del Cremlino. Più vaghi invece i riferimenti al
nodo sull'incremento del sostegno militare Nato a Kiev, nel giorno dell'ennesimo appello accorato di Zelensky. Al riguardo il primo ministro Tory si è infatti limitato ad assicurare come il Regno sia "pronto" a rafforzare il suo impegno per la protezione della Polonia laddove richiesto per il ruolo centrale di Varsavia nello smistamento degli "aiuti difensivi" verso l'Ucraina; mentre ha evitato di menzionare esplicitamente l'ipotesi cruciale del momento, quella di una possibile fornitura di aerei da combattimento tipo Mig-29.
"Non cerchiamo il conflitto con la Russia. La nostra responsabilità finale è quella di mantenere al sicuro il nostro miliardo di cittadini. Ciò significa che dobbiamo fare tutto il possibile per evitare che il conflitto si allarghi oltre l'Ucraina – ha detto il
segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in un punto stampa alla base Nato lettone di Adazi, insieme ai
premier di Lettonia, Canada e Spagna, Arturs Krisjanis, Justin Trudeau e Pedro Sanchez –. La nostra presenza qui in Lettonia invia un messaggio inconfondibile di unità e determinazione. La guerra del presidente Putin all'Ucraina – ha sottolineato il segretario generale – ha sconvolto la pace in Europa e l'ordine internazionale, e continua ad avere un impatto devastante sul popolo ucraino ma Putin ha seriamente sottovalutato l'Ucraina e ha seriamente sottovalutato la forza e l'unità della Nato e dei nostri amici e partner in tutto il mondo".
In Italia il Mise sta verificando la possibilità di introdurre restrizioni come dazi e autorizzazioni all'export su alcune materie prime destinate alle esportazioni ma che servono alla nostra industria. Tra gli altri, si fa riferimento a materiali quali rottami di ferro, rame, argilla, nichel, prodotti per l'agricoltura. "Siamo al lavoro con ritmi molto serrati – ha fatto sapere il
ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti – per avere al più presto un quadro preciso della situazione e formulare le risposte e proposte che servono alle nostre industrie in questo momento drammatico".
"Opporsi a questa deriva di scontri e di conflitti comporta dei prezzi; potrebbe provocare dei costi alle economie dei Paesi che vi si oppongono ma questi sarebbero di gran lunga inferiori a quelli che si pagherebbero se quella deriva non venisse fermata adesso", ha affermato oggi il
presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.