(Teleborsa) - Il
Ministero dell'Economia ha smentito le voci che volevano l'esclusione del
canone Rai dalla
bolletta elettrica a partire dal prossimo anno, definendole non fondate "alla luce del lungo lavoro istruttorio in corso". "La milestone
PNRR – ha spiegato il Tesoro in una nota riportata da Ansa – trova il suo fondamento nell'esigenza di tutela della
concorrenza del mercato dell'energia elettrica e si basa sulle
proposte Agcm, la quale non aveva rilevato alcuna criticità in merito al pagamento del canone Rai dal punto di vista della concorrenza del mercato dell'energia, a condizione che il
pagamento fosse trasparente per gli utenti finali". "Requisito che – si conclude – risulta soddisfatto".
I
sindacati Rai hanno comunque richiesto un
incontro urgente al ministro Giorgetti per esporre le loro
preoccupazioni. "La determina del precedente esecutivo, a seguito di una specifica deliberazione del Parlamento, ha indicato la riscossione del canone in bolletta elettrica fra gli oneri impropri la cui permanenza non sarà più consentita a far data dal primo gennaio 2023", hanno ricordato i sindacati, sottolineando che "questa decisione, vista anche la
vicinanza temporale con la scadenza del 31 dicembre 2022, oltre a provocare un clima di profonda incertezza relativamente alle modalità di finanziamento del
Servizio Pubblico Radiotelevisivo, rischia di avere un impatto dirompente sul futuro stesso della Rai". Le 8
sigle che hanno firmato la lettera indirizzata al ministro sono Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Fnc, Snater, Libersind Confsal, Adrai e Usigrai.
Sul tema sono intervenute anche le associazioni dei
consumatori. Per il
Codacons "il canone Rai è a tutti gli effetti l'imposta più odiata dagli italiani e i tempi sono oramai maturi per la sua definitiva abolizione". L'
Unione Nazionale dei Consumatori ha invece sottolineato che il parere dell'Antitrust risale al 2015, "ben prima che l'Unione Europea sollevasse un problema non solo legato alla concorrenza in senso stretto, ma anche al mercato dell'energia e che riguardava il fatto che non si può chiedere obbligatoriamente ai fornitori di energia di riscuotere oneri non legati al proprio settore di mercato, così come non si può chiedere ai consumatori di pagare nella stessa bolletta un costo legato a un servizio diverso". "Non ci pare che questi motivi siano venuti meno e non abbiano fondamento. Il canone resta un onere improprio non legato ai consumi di elettricità", ha aggiunto il presidente
Massimiliano Dona.