(Teleborsa) -
Peggiorano le previsioni di crescita della Cina a causa dei
dazi statunitensi, che soffocano l'attività economica cinese già compromessa, agendo negativamente sul mercato del lavoro. Le previsioni già tengono conto del lancio di nuovi stimoli da parte di Pechino. Gli
analisti di UBS hanno rivisto al ribasso la
crescita dell'economia cinese, tagliandola
al 3,4% quest'anno, rispetto al 4% precedentemente stimato. La stima di
crescita per il prossimo anno è stata
mantenuta invece al 3%.
"Lo shock tariffario pone sfide senza precedenti alle esportazioni cinesi e determinerà un importante aggiustamento nell'economia domestica", sottolineano gli economisti di UBS.
Le previsioni di UBS sono
le più basse formulate per l'economia cinese. Infatti,
Goldman Sachs Group e Citigroup hanno formulato previsioni un po' più alte, pur tagliando anch'esse le previsioni di crescita della Cina. Il governo di
Pechino si è posto come
target di crescita il 5% quest'anno, ma sono in molti a dubitare che riuscirà a centrare questo obiettivo.
Gli economisti di UBS hanno comunque riconosciuto che le previsioni presentano
"alti margini di errore", a causa dell'estrema "incertezza" che caratterizza le aliquote tariffarie, attualmente al 145%. Nell'attuale scenario si prevede che le esportazioni verso gli Stati Uniti diminuiranno di due terzi nei prossimi trimestri e che le vendite all'estero diminuiranno del 10% quest'anno.
Secondo gli analisti di Goldman Sachs, i
dazi coinvolgeranno 20 milioni di lavoratori, circa il 3% della forza lavoro, impiegati nell'export.