(Teleborsa) - I
dati diffusi oggi dall’Istat confermano una preoccupante tendenza al ribasso del
clima di fiducia di
consumatori e
imprese, che passano, rispettivamente, da 98,8 a 95 e da 94,7 a 93,3.
"La fiducia dei consumatori registra a marzo una battuta d’arresto, con l’indice che torna a scendere e registra un netto peggioramento in tutte le sue componenti", ha commentato il
Codacons. "Rispetto ai primi due mesi dell’anno, a marzo crolla l’indice sul clima economico e quello futuro, e marcati cali si registrano anche per il clima personale – spiega il Codacons – Le aspettative delle famiglie sulla situazione economica del Paese sono quindi in netto peggioramento, un quadro che risente delle tensioni in atto sul fronte economico, con i dazi voluti da Trump e la guerra commerciale tra Usa e Ue". "Il rischio ora è quello di una
contrazione dei consumi da parte delle famiglie, che in un clima di fiducia negativo sono portate a tagliare la
spesa, come dimostra tra l’altro il dato sulla maggiore
propensione al risparmio registrato a marzo dall’Istat", avverte il Codacons.
"Dato pessimo. Dopo l'exploit di febbraio, con il recupero della fiducia persa nel quarto trimestre 2024, a marzo si torna alla dura realtà, alla fatica di dover arrivare alla fine del mese. La fiducia precipita segnando il valore peggiore da quasi un anno e mezzo a questa parte, ossia dal novembre del 2023 quando era pari a 93", afferma
Massimiliano Dona, presidente dell'
Unione Nazionale Consumatori commentando il dato Istat sulla fiducia.
"Se a febbraio c'era stato l'annuncio del ministro Giorgetti contro il caro bollette e poi il varo del decreto, a marzo gli italiani hanno dovuto ancora fare i conti contro il
caro energia, non avendo per ora ricevuto il contributo straordinario di 200 euro promesso dalla Meloni. Non per niente precipitano sia il giudizio che le attese sulla situazione economica della famiglia. Quanto al saldo positivo relativo all'opportunità attuale di risparmiare, è solo un effetto ottico, un rimbalzo tecnico dovuto al fatto che a febbraio il valore era crollato da 146,6 di gennaio a 134,9, con una perdita di 11,7 punti percentuali, divario che a marzo non è stato colmato, visto che con 143,3 si resta sotto al dato di inizio anno. Inoltre, sempre rispetto al risparmio, le possibilità future vanno in territorio negativo, passando da +2,1 di febbraio a -8,3. Insomma, con il
caro bollette e il
carovita, difficile immaginare di poter mettere da parte dei soldi", conclude Dona.
L’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, ha rilevato una riduzione del consumo di
carne e
pesce (-16,9%, con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati); un taglio dei consumi di
frutta e
verdura (-2,4%); una ricerca sempre più assidua di offerte, sconti, acquisti di
prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 51% dei cittadini); un aumento degli acquisti presso i discount (+12,1%).
"Dal fronte economico arrivano purtroppo
segnali preoccupanti: peggiora decisamente - secondo le rilevazioni di Istat - il clima di fiducia di
consumatori ed imprese nel mese di marzo. Per quanto riguarda le famiglie il pessimismo è a tutto campo, coinvolgendo sostanzialmente tutte le voci, da quelle sul
clima economico generale a quello personale. Per le imprese si tratta del secondo calo consecutivo: in particolare il sentiment peggiora anche per il
settore dei servizi, dai turistici, che diminuiscono di 5,5 punti, a quelli di mercato, -3 punti, mentre il commercio tiene in apparenza ma solo grazie alla grande distribuzione, poiché per i negozi l'indice diminuisce di oltre 2 punti e mezzo. Una situazione che potrebbe influire negativamente sui consumi di primavera". Così
Confesercenti in una nota.
"L'aspetto più sorprendente della pubblicazione odierna è il forte calo della fiducia dei consumatori italiani, che ha perso quasi quattro punti, scendendo ai livelli visti l'ultima volta nell'aprile 2024. Il calo è stato principalmente determinato dalle crescenti preoccupazioni per la situazione economica attuale e futura del Paese", ha sottolineato
Paolo Pizzoli, Senior Economist di ING. "I consumatori si sono dichiarati più preoccupati per la
disoccupazione futura, hanno segnalato una crescente opportunità attuale sul risparmio e un calo delle intenzioni di acquisto di beni durevoli. La crescente visibilità dei rischi legati a una possibile guerra commerciale sta probabilmente giocando un ruolo in questo senso", ha aggiunto.
"La tenuta del
mercato del lavoro e l'attuale recupero del
potere d'acquisto - frutto di una crescita salariale decente e di un'inflazione relativamente contenuta - sono probabilmente percepiti come temporanei o quantomeno molto incerti, aumentando il rischio di un ritardo nella ripresa dei consumi privati", ha quindi sottolineato Pizzoli.