(Teleborsa) - Oggi, mercoledì 5 marzo, presso la sede dell’
Università Cattolica del Sacro Cuore, si è svolto un incontro promosso dall’
Osservatorio Opinion Leader 4 Future, un progetto di
Credem e ALMED dedicato alla promozione di un’informazione più consapevole. L’evento ha affrontato il tema della comunicazione dei
rischi stradali, evidenziando il ruolo del linguaggio nella percezione della sicurezza e della responsabilità individuale.
Silvia Frisina,
vicepresidente dell’Associazione Familiari e Vittime della Strada, e il giornalista
Luca Valdiserri, familiare di una vittima della strada, hanno analizzato l’impatto delle narrazioni giornalistiche sugli incidenti stradali. Spesso, infatti, il linguaggio utilizzato dai media è fatalistico o sensazionalistico, che rischia di
deresponsabilizzare i singoli e a presentare le tragedie come eventi inevitabili, invece di promuovere una cultura della prevenzione e della consapevolezza.
Durante il dibattito è stato sottolineato come gli
incidenti stradali non siano semplici eventi fortuiti, ma conseguenze di comportamenti specifici e responsabilità identificabili. Tuttavia, la narrazione mediatica tende spesso a spostare l’attenzione su fattori esterni, come il veicolo o le condizioni della strada, piuttosto che sulla condotta di chi è alla guida.
L’incontro ha inaugurato il ciclo di eventi dell’Osservatorio Opinion Leader 4 Future, un percorso che si concluderà il 14 maggio e che esplorerà il ruolo del linguaggio nell’informazione su temi cruciali come sicurezza stradale, sicurezza domestica, sviluppo delle periferie e sostenibilità.
"Le parole che scegliamo per raccontare un incidente stradale hanno un peso enorme. Non possiamo continuare a parlare di 'fatalità' o di auto che 'perdono il controllo', come se fossero a guida autonoma perché
ogni incidente è il risultato di scelte e comportamenti umani. Il giornalismo ha una responsabilità fondamentale nel modo in cui la società percepisce questi eventi: deve informare con precisione, senza spettacolarizzare il dolore e senza deresponsabilizzare chi guida. Un linguaggio più corretto e rispettoso può contribuire a un cambiamento culturale, necessario per prevenire altre tragedie sulle nostre strade", ha commentato
Silvia Frisina, Vicepresidente dell’Associazione Familiari e Vittime della Strada."Il ricordo, necessariamente, sbiadisce con il tempo. Per sopravvivere ha bisogno del
coinvolgimento dei giovani, unico modo per tener viva l’eredità lasciata da una persona che non c’è più. Per questo non abbiamo voluto trasformare Francesco in un simbolo - neppure dell’educazione stradale - ma abbiamo deciso di lanciare i nostri messaggi attraverso momenti di formazione e di arte", ha commentato
Luca Valdiserri, giornalista.