(Teleborsa) -
I contribuenti con debiti fiscali non ancora riscossi dalle Agenzie fiscali
sono 22,8 milioni, ma solo 3,6 milioni sono
persone giuridiche (società di capitali, enti commerciali, cooperative, ecc.).
La gran parte (19,2 milioni) sono
persone fisiche, perlopiù (16,3 milioni) lavoratori dipendenti, pensionati e percettori di altre forme di reddito (da beni mobili, immobili, ecc.).
Appena 2,9 milioni, pari al 12,7% del totale svolgono un’attività economica e quindi
hanno una partita IVA (artigiani, commercianti o liberi professionisti). E' quanto emerge da una analisi della CGIA su dati ufficiali forniti dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
L'associazione che rappresenta artigiani e PMI sottolinea che
mancano all'appello 1.274 miliardi, ma incassabili sono solo 100 miliardi, pari al 7,6% del totale, in quanto il 76% delle cartelle è di importo inferiore ai 1.000 euro (multe, bollette, Tari non pagate ecc.).
Il 58% dei mancati incassi , pari a 739,3 miliardi di euro, è concentrato
nel Centro-Sud, sebbene al Nord sia concentrata la stragrande maggioranza della ricchezza prodotta nel Paese e la parte più dinamica delle attività economiche e produttive. Il rimanente 42%, pari a 535,1 miliardi di euro fa capo proprio alle regioni settentrionali. Prendendo come riferimento il
dato pro-capite, la
situazione
più critica si verifica nel
Lazio, dove i debiti fiscali da riscuotere sono pari a 39.673 euro., seguito da
Campania con 27.264
euro pro capite,
Lombardia con 25.904 euro,
Molise con 20.469 euro e
Marche con 20.078 euro.
Il cashback e la lotteria degli scontrini si sono rivelati un flop per far emergere l'evasione. Il
cashback, introdotto dal governo Conte Bis a luglio 2020, è diventato operativo dal primo gennaio 2021 e sospeso a luglio dello stesso anno dal Governo Draghi per la sua
regressività ed eccessiva onerosità per le casse dello Stato. La
lotteria degli scontrini, invece,
è ancora in vigore, anche se il numero dei
richiedenti per partecipare alle estrazioni è
crollato (da 137 milioni di scontrini nel 2022 si è passati a 41 milioni nel 2023).
Per contrastare l’evasione serve un fisco più efficiente - sottolinea la CGIA - I risultati ottenuti nella lotta contro l'evasione fiscale indicano l'opportunità di continuare a seguire il percorso intrapreso negli ultimi anni,
intensificando gli sforzi verso la semplificazione del sistema tributario e il conseguente
miglioramento della relazione tra fisco e contribuente. È fondamentale poi
ottimizzare i controlli su fenomeni che, secondo le valutazioni dell'Agenzia delle Entrate, presentano elevati livelli di rischio, come le frodi IVA, l'uso improprio di crediti inesistenti e/o aiuti economici non dovuti, la fittizia dichiarazione di residenza fiscale all'estero,
l’occultamento di patrimoni al di fuori dei confini nazionali.