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Asili nido e PNRR: UPB evidenzia progressi, criticità e scenari per potenziare i servizi educativi per l’infanzia in Italia

Economia
Asili nido e PNRR: UPB evidenzia progressi, criticità e scenari per potenziare i servizi educativi per l’infanzia in Italia
(Teleborsa) - L’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) pubblica oggi un nuovo Focus sullo stato di attuazione dei progetti per il potenziamento dell’offerta degli asili nido e scuole dell’infanzia, valutando il loro contributo al raggiungimento degli obiettivi previsti sia nel PNRR (realizzazione di 150.480 nuovi posti complessivi) sia nel PSB (copertura del 33 % su base nazionale e almeno del 15 % su base regionale per asili nido). Il finanziamento complessivo è di 4,57 miliardi, 3,24 dal PNRR e il resto da fondi nazionali. Lo studio è basato sui dati disponibili al 9 dicembre 2024 sulla piattaforma ReGiS e prospetta diversi scenari di analisi.

Nonostante la centralità di questo intervento, volto a contrastare il declino demografico, ridurre i divari territoriali, promuovere la parità di genere e l’occupazione femminile, emergono alcune criticità nella sua realizzazione. Sin dalle prime fasi attuative del PNRR si sono riscontrate difficoltà, in particolare per il segmento riservato agli asili nido. L’adesione da parte dei Comuni, soprattutto quelli del Mezzogiorno e con gravi carenze strutturali, è stata limitata e sono state necessarie più procedure di assegnazione dei fondi per esaurire tutte le risorse disponibili.

Queste difficoltà si ripercuotono sullo stato di avanzamento dei 3.199 progetti censiti in ReGiS. Secondo il cronoprogramma finanziario, dei 3,24 miliardi delle risorse del PNRR a tutto il 2024 avrebbero dovuto essere spesi 1,7 miliardi; ne risultano effettivamente utilizzati circa la metà (816,7 milioni), i restanti 2,4 miliardi dovrebbero dunque ricadere nel prossimo biennio. La quasi totalità degli interventi avviati nel 2020 o nel 2021 sono in una fase esecutiva e solo circa il 3 % dei progetti è concluso. Parte dei progetti avviati con il più recente Nuovo piano asili nido non è ancora presente in ReGiS e per più della metà di quelli censiti non si hanno informazioni.

All’interno delle singole macroaree del Paese si osservano andamenti differenti tra le fasi di avanzamento dei progetti: nel Centro e nel Nord si evidenzia una leggera prevalenza di progetti in esecuzione (rispettivamente 72,7 e 70,9 %) rispetto al Mezzogiorno (69 %); nel Nord si registra la quota maggiore di progetti (18 %) nella fase conclusiva.

Permangono incertezze sul conseguimento dell’obiettivo PNRR sia in termini quantitativi (realizzare 150.480 nuovi posti complessivi) sia temporali (entro giugno 2026). L’UPB ha elaborato quattro scenari. Nello scenario più favorevole, la distanza dall’obiettivo PNRR sarebbe marginale, circa 500 posti, fino a salire a circa 26.000 posti in quello meno favorevole. Nella stima che introduce le minori correzioni rispetto ai dati dichiarati, lo scarto sarebbe pari a circa 17.400 posti. I posti aggiuntivi per gli asili nido oscillano tra 93.239 nello scenario meno favorevole e 110.831 in quello più favorevole, mentre quelli delle materne variano tra 31.063 e 39.175.

Il PSB prevede ulteriori impegni, meno ambiziosi del PNRR, per il potenziamento dei servizi educativi per i bambini sotto i tre anni, che sono inclusi fra quelli necessari per l’estensione a sette anni del periodo di aggiustamento dei conti pubblici. L’obiettivo di copertura del 33 % su base nazionale e almeno del 15 su base regionale per gli asili nido si realizzerebbe, complice il calo demografico, anche senza la piena attuazione del PNRR. Nello scenario previsivo meno favorevole, in Italia si arriverebbe, sempre nel 2026, a un tasso di copertura del 36,1 % e a livello regionale il valore minimo, pari al 24 %, si avrebbe in Sicilia. Nello scenario previsivo più favorevole, la copertura nazionale sarebbe del 37,6 %, superando il 33 % in tutte le regioni, a eccezione di Campania e Sicilia.

Complessivamente, la piena realizzazione degli interventi del PNRR sugli asili nido ridurrebbe i divari tra le regioni meridionali e quelle del Centro-Nord ma, nonostante il cambio di strategia nell’assegnazione dei fondi, aumenterebbe le disuguaglianze nell’offerta di questi servizi pubblici all’interno delle regioni stesse. Anche dopo gli interventi del PNRR, la quasi totalità dei Comuni con meno di 500 abitanti (96,6 %) resterebbe priva di tali strutture e, più in generale, l’81,4 % dei territori che non aveva alcun asilo continuerebbe a non averlo. E anche se al crescere della dimensione demografica migliora la copertura del servizio, alcuni Comuni di grandi dimensioni rimarrebbero con un’offerta inadeguata rispetto al bacino di utenti.



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