(Teleborsa) -
La BCE "non deve cercare di assicurarsi all'eccesso contro
eventuali choc futuri d'inflazione. Deve cercare di far camminare l'economia al suo potenziale, senza forzarlo perché ciò potrebbe far salire le aspettative di inflazione". Lo afferma
Piero Cipollone, componente del Comitato esecutivo della BCE in una intervista rilasciata al Corriere della Sera.
"Ma tenere l'economia sotto al potenziale la indebolisce e
toglie spazio proprio per reagire agli choc quando si verificano. Avere un limite di velocità più alto, con una
crescita reale del PIL coerente
col suo potenziale e una crescita dei salari coerente coi guadagni di produttività - spiega - aiuta ad assorbire i
problemi futuri sulla dinamica dei prezzi con meno stress".
Il problema dell'Europa è che
"non abbiamo un mercato unico compiuto, sia per i beni e i servizi che per il mercato dei capitali. I soldi ci sono, le università che producono
cervelli e idee anche. Si tratta di saper usare la profondità del nostro mercato interno per fare quel che fanno gli Stati Uniti". "Non abbiamo ancora accettato che i singoli Paesi europei non hanno più la scala adatta per
confrontarsi con i leader mondiali. Viene da pensare alla situazione politica dell'Italia del '400 - è l'analogia usata dall'economista -: mentre i francesi, gli spagnoli e gli inglesi formavano grandi Stati unitari,
l'Italia restava divisa in tante piccole unità territoriali e nonostante
le competenze, la ricchezza e la cultura è rimasta indietro. Oggi dipende solo da noi, noi europei.