(Teleborsa) -
Justin Trudeau, 53 anni, ex icona della sinistra nordamericana, ha annunciato le sue
dimissioni da leader del Partito Liberale e, successivamente, da primo ministro non appena sarà scelto un nuovo capo. La decisione segna la fine di un’epoca e l
ascia il Canada in una fase di incertezza politica, proprio mentre il Paese assume la presidenza di turno del G7, un ruolo che tradizionalmente richiede stabilità al vertice.
Le dimissioni di Trudeau, probabilmente l’epilogo della sua carriera politica, arrivano in un momento di profonda crisi per il suo governo di minoranza. La rottura con il partito NDP, che forniva sostegno esterno, e l’uscita della vicepremier e ministra delle finanze Chrystia Freeland, in dissenso sulla gestione della minaccia di dazi imposta da Donald Trump, hanno accelerato il declino. Il presidente eletto degli Stati Uniti
ha contribuito al colpo di grazia con l'annuncio di un’imminente tariffa del 25% sui prodotti canadesi e ripetute provocazioni sui social media, tra cui l’ironico soprannome di "governatore" per Trudeau, alludendo all’ipotesi che il Canada possa diventare il 51esimo stato americano.
"Se devo combattere battaglie interne al partito, non posso essere la scelta migliore per le prossime elezioni", ha dichiarato Trudeau, sempre più
impopolare dopo la sua ascesa trionfale nel 2015. Le elezioni, previste entro ottobre, potrebbero essere anticipate, ma il Parlamento resterà sospeso fino al 24 marzo per consentire al Partito Liberale di scegliere un nuovo leader.
Tra i candidati favoriti alla successione emergono due figure di spicco:
Melanie Joly, ministra degli Esteri, e
Chrystia Freeland, la cui lettera di dimissioni ha aspramente criticato Trudeau, accelerandone l’uscita. Anche l’ex governatore della Banca Centrale Mark Carney è considerato papabile, avendo ricevuto in passato inviti diretti da Trudeau per unirsi al governo. Tuttavia, il Partito Liberale è in forte difficoltà, con un calo nei sondaggi di circa 20 punti rispetto ai conservatori di Pierre Poilievre.
Trudeau, che per anni ha incarnato l’immagine del politico moderno, giovane, affascinante e figlio d’arte,
ha visto il suo prestigio declinare rapidamente. La sua
separazione dalla moglie Sophie Grégoire nel 2023 ha segnato simbolicamente il crollo dell’immagine di perfezione familiare che lo aveva accompagnato fin dall’inizio della carriera. Con la fine della sua leadership, si chiude un capitolo importante della politica canadese, lasciando spazio a una nuova fase di sfide e incertezze per il Paese.
(Foto: sebastiaan stam su Unsplash)