(Teleborsa) -
Il prezzo del gas, nella seconda sessione del nuovo anno, tratta poco sotto i 50 euro al megawattora. La commodity è tornata al centro dell'attenzione dopo che dal 1° gennaio 2025 il gas russo non passa più nei gasdotti che, attraversando l'Ucraina, lo facevano arrivare nell'Unione Europea. Nonostante sia un evento notevole, non era certo inatteso: il governo ucraino aveva annunciato da tempo che non avrebbe rinnovato un contratto con Gazprom che era in vigore dal 2019 (da prima della guerra) e che scadeva il 31 dicembre 2024.
Ad Amsterdam, mercato di riferimento, i futures febbraio 2025 segnano una
diminuzione dell'1,2% a quota 49,65 euro al megawattora alle 9:10, dopo aver aperto a 50,25.
Si tratta del
livello più alto da novembre 2023, con un aumento del 30% nell'ultimo anno, mentre il Vecchio Continente affronta le rigide temperature invernali senza una fonte di approvvigionamento chiave.
Sebbene il gas che arrivava attraverso l'Ucraina rappresentasse meno del 5% del fabbisogno europeo, la sua
perdita aggiunge incertezza a un mercato già in tensione, dove le riserve si stanno esaurendo più velocemente del solito a causa del freddo e della mancanza di vento, ponendo sfide per garantire forniture adeguate il prossimo inverno. Inoltre, i prezzi del gas scontano la crescente concorrenza dall'Asia, dove il caldo estremo e l'espansione dello stoccaggio di GNL hanno intensificato la domanda.