(Teleborsa) -
Resta stabile il livello del disagio sociale ad ottobre. Si conferma infatti sui minimi storici il
Misery Index di Confcommercio, ad un livello di
8,8 punti. Il dato è sintesi di una lieve
riduzione della disoccupazione estesa, scesa al 6,4%, e di un
aumento del tasso di crescita dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto (+1% da +0,5% del mese precedente).
A ottobre, sulla base delle risultanze della
rilevazione continua sulle forze di lavoro, si registra un aumento di
47mila occupati su settembre associato a una
flessione delle persone in cerca di lavoro di
58mila unità sul mese precedente. Queste dinamiche hanno portato il t
asso di disoccupazione ufficiale al 5,8%, eguagliando il minimo di aprile 2007. Anche nel mese di ottobre a queste dinamiche si è associata, in linea con quanto rilevato nell’ultimo anno, una
crescita degli inattivi (+28mila sul mese, +378 su base annua). Il dato comincia a sollevare qualche timore in considerazione del fatto che la tendenza ad uscire dal mondo del lavoro interessa principalmente la
componente femminile (+233mila unità su base annua) e le fasce d’età tra i 15-24 anni e 35-49 anni (rispettivamente +173mila unita e +155mila). Nello stesso mese si stima una
contenuta riduzione delle unità di lavoro standard (Ula), destagionalizzate, interessate dalle diverse forme d’integrazione salariale. Il combinarsi di queste dinamiche ha comportato una
riduzione del tasso di disoccupazione al 6,4%.
L’inflazione dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto, dopo aver raggiunto il minimo nel mese di settembre, ha mostrato
un’accelerazione attestandosi a ottobre
all’1%. Tendenza che, sulla base delle prime stime, dovrebbe essere proseguita anche a novembre mese nel quale la variazione su base annua è valutata al +1,4%.
In questo contesto
permangono i timori sulla tenuta del MIC ai livelli attuali, nei prossimi mesi. La moderata dinamicità dell’economia, con molteplici segnali di difficoltà soprattutto nel manifatturiero, se protratta,
rischia di portare ad un deterioramento del mercato del lavoro. A questo si potrebbero aggiungere modesti rialzi sul versante dei prezzi dei beni ad alta frequenza d’acquisto. Anche alla luce di quanto avvenuto nel recente passato, ciò potrebbe ostacolare le famiglie nel ritorno a comportamenti di consumo più favorevoli come emerso dai dati ufficiali per il terzo trimestre dell’anno in corso e come confermato dalle buone aspettative per il mese di dicembre.