(Teleborsa) - "Ovviamente in un mondo ideale le
relazioni commerciali devono essere fatte all'interno della World Trade Organization (WTO) e spero che questo continuerà a essere il caso. Non dobbiamo però essere ingenui e
dobbiamo essere forti, strategici e sederci ai tavoli". Lo ha detto la presidente della Banca centrale europea (BCE),
Christine Lagarde, rispondendo alle domande degli eurodeputati in
audizione alla Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo.
Il riferimento è all'
intervista che Lagarde ha dato nei giorni scorsi al Financial Times, sollevando numerose
polemiche. In quell'occasione, la numero uno della BCE aveva detto che l'Europa deve fare di tutto per evitare una guerra commerciale con gli Stati Uniti, esortando i leader europei a collaborare con Donald Trump sui dazi e ad acquistare più prodotti realizzati negli Stati Uniti, come il gas naturale liquefatto e le attrezzature per la difesa.
"Dobbiamo essere dedicati alla rule of law, e io sicuramento lo sono", ma anche "consapevoli che le negoziazioni a quel livello devono essere condotte, e dobbiamo essere in una posizione di forza", ha argomento oggi in audizione. "Alla fine,
dobbiamo sederci al tavolo perché dobbiamo conoscere chi è seduto al tavolo con noi" e questo "
non è una bandiera bianca", ha aggiunto.
Tra gli altri temi toccati, Lagarde ha detto che "arrivare a un'unione fiscale sarebbe un miglioramento". "Il tema ha davvero a che fare con il completamento dell'Unione monetaria: abbiamo un'unione monetaria, ma non abbiamo un'unione fiscale - ha spiegato - E ci sono diversi modi per arrivarci: gli eurobond sono un'opzione. Altrimenti, una capacità fiscale più forte, un finanziamento congiunto di beni comuni. Spetta davvero agli europei, rappresentati dagli eurodeputati, dal Consiglio e dalla Commissione, decidere in quale direzione andare. Ma è ovvio che
da una prospettiva di unione monetaria, che è il mio campo, avere un'unione fiscale sarebbe sicuramente un miglioramento".
Secondo la presidente della BCE, il presidente della Bundesbank Joachim Nagel ha ragione ad affermare che il
prossimo governo in Germania dovrà rimettere mano al meccanismo di limitazione di ricorso a nuovo debito pubblico. "Si'", ha risposto in maniera secca a un eurodeputato che le ha fatto la domanda.