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Workers Buyout: un modello di rilancio per l'economia italiana

Economia
Workers Buyout: un modello di rilancio per l'economia italiana
(Teleborsa) - A seguito della crisi pandemica, cresce in Italia l’interesse per strategie innovative che possano supportare il Sistema-Paese e rafforzare le infrastrutture industriali, specialmente in periodi di instabilità economica. Questo contesto riveste particolare importanza per l’Italia, caratterizzata da un sistema produttivo prevalentemente composto da piccole e medie imprese (PMI) e da una classe imprenditoriale sempre più anziana, esposta alle sfide del ricambio generazionale.

Tra le soluzioni emergenti spicca il modello del Workers Buyout (WBO), che prevede l’acquisizione di aziende da parte dei lavoratori stessi per preservarne la continuità operativa e salvaguardare i posti di lavoro. Dal 2011, in Italia, oltre 90 imprese sono state salvate grazie ai WBO, coinvolgendo circa 2.400 lavoratori.

La ricerca "Workers Buyout: L’impatto economico e sociale in Italia", presentata oggi a Padova da The European House - Ambrosetti in collaborazione con Amundi Italia e Coopfond, esplora in profondità il potenziale dei WBO come strumenti per sostenere le PMI in crisi o nel passaggio generazionale. Di seguito i principali risultati della ricerca:

Efficacia nelle PMI: I WBO si rivelano particolarmente efficaci nelle aziende di medie dimensioni (50-249 dipendenti), dove il rischio di default è del 9%, circa un sesto rispetto alle microimprese, e la produzione raggiunge valori 2,5 volte superiori.

Gestione dei passaggi critici: In Italia, ogni anno circa 5.000 aziende affrontano passaggi generazionali o crisi aziendali, coinvolgendo 130.000 lavoratori e generando oltre 7,5 miliardi di euro di valore aggiunto. I WBO possono aiutare a preservare questo valore a rischio.

Sostenibilità finanziaria dei WBO: Per superare le sfide legate al debito, si propone la creazione di un fondo di investimento specializzato in equipment renting. Questo fondo fornirebbe asset alle aziende in modalità di affitto, agevolando i WBO e offrendo un'opportunità di investimento alternativa agli investitori.

Il Workers Buyout emerge quindi come una soluzione concreta per supportare la stabilità economica e sociale, in grado di adattarsi alle esigenze di un tessuto imprenditoriale italiano in trasformazione.

"Si parla molto di Impact Investing ma le iniziative concrete sono ancora molto limitate", ha dichiarato Giovanni Di Corato, CEO di Amundi RE Italia SGR, che ha aggiunto: "i Workers Buyout possono essere un settore promettente per gli investitori istituzionali in cui intraprendere, attraverso un fondo specializzato, interventi intenzionali, addizionali e misurabili, beneficiando di un livello di reddittivita` accettabile e sostenibile per i soggetti finanziati. E` necessario attivare un dialogo con tutti i potenziali stakeholder, pubblici e privati, per rendere concreto un progetto tanto innovativo e dall’importante potenziale economico e sociale, di cui il convegno organizzato oggi e` uno dei passi preliminari".

Corrado Panzeri, Partner and Head of InnoTech Hub of The European House – Ambrosetti, ha dichiarato: "il contesto attuale, caratterizzato da crisi economica, tensioni geopolitiche e incertezza, ci impone di esplorare tutte le possibili soluzioni per mantenere la competitivita` economica e sociale del Paese. In questo scenario, i Workers Buyout si sono rivelati, negli ultimi anni, uno strumento efficace per preservare posti di lavoro e favorire la crescita economica. Inoltre, diversi esempi, come GresLab e Fenix Pharma, dimostrano come i WBO possano generare nuovi posti di lavoro e contribuire allo sviluppo economico. Tuttavia, creare un WBO di successo richiede interventi mirati e richiede un impegno congiunto di attori pubblici e privati per incentivarne la crescita e la sostenibilita`".

"I Workers Buyout – ha spiegato Andrea Passoni, amministratore delegato di Coopfond – costituiscono un esempio concreto dell’apporto positivo che la cooperazione puo` garantire nella costruzione di un mercato piu` equo e inclusivo, capace di valorizzare il lavoro e di salvare il patrimonio di competenze presente nelle nostre comunita`. Per potersi sviluppare al meglio i Workers Buyout devono pero` poter contare su una rete di sostegni innovativi e trasversali. Da questo punto di vista, lavorare in questa direzione permette alla cooperazione di dialogare con tutti quei soggetti, anche finanziari, che finora non hanno guardato ad essa come a un’opportunita`".

Questi i temi approfonditi durante l’evento finale di presentazione dell’iniziativa, in cui sono intervenuti Giovanni Baroni (Presidente, Piccola Industria, Confindustria), Francesca Montalti (Responsabile del settore industriale di Legacoop Produzione e Servizi, Legacoop), Moreno de Col (Presidente, CNA Veneto), Bruno Panieri (Direttore Direzione Politiche Economiche, Confartigianato Nazionale), Filippo Pancolini (Vicepresidente, Confindustria Veneto est), Marco Lomuscio (Ricercatore, Centro Internazionale di Studi sulla Cooperazione - Universita` di Parma), Luca Bernareggi (Amministratore Delegato, Cooperazione Finanza Impresa), Giovanni Maggi (Presidente, Assofondipensione), Valeria Negrini (Vicepresidente, Fondazione Cariplo) e Simone Petrillo (Transaction & Relationship Officer, Fondo Europeo per gli Investimenti).

(Foto: Israel Andrade su Unsplash)
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