Facebook Pixel
Milano 17:29
33.284 +0,17%
Nasdaq 17:29
20.686 +0,09%
Dow Jones 17:29
43.806 +0,91%
Londra 17:29
8.152 +0,82%
Francoforte 17:29
19.151 +0,77%

Nel segno di Franz Liszt: i Castelli Romani si accendono di magia

Contro l'overtourism e nel segno del turismo di qualità, le istituzioni supportano per il 37° anno il Festival dedicato al genio ungherese: a livello economico, come sempre accade con la cultura, il rientro è assicurato

Cultura, Economia
Nel segno di Franz Liszt: i Castelli Romani si accendono di magia
(Teleborsa) - La musica classica è un vettore di cultura e turismo nel mondo: esistono itinerari che viaggiano fra i paesi più diversi e che hanno come filo conduttore i festival musicali, le stagioni dei teatri d’opera, i luoghi dei protagonisti della musica. Nell’era dell’overtourism, in cui è spesso sollecitata una riflessione sulla quantità e qualità dei flussi turistici che investono alcune località a scapito di altre, cambiandone il tessuto sociale ed economico con conseguenze spesso disastrose, il turismo musicale rappresenta un segmento interessante su cui puntare per la qualità che lo caratterizza, soprattutto quello legato alla musica classica e operistica.

A livello economico, il mercato della musica classica in Italia ha attraversato diversi sviluppi negli ultimi anni, registrando risultati alterni ma dimostrando anche segnali di crescita interessante. La Federazione Industria Musicale Italiana (FIMI) ha evidenziato un picco significativo per la musica classica nel 2023, quando il segmento è cresciuto del 53%, rappresentando il 12% del mercato discografico italiano. Questo boom è stato parzialmente attribuito a celebrazioni legate alla tradizione classica italiana, come le commemorazioni verdiane.

Anche per questo istituzioni pubbliche e private iniziano a puntare sempre di più sul turismo musicale, quindi sulla valorizzazione del territorio anche attraverso eventi culturali che si muovono nel mondo delle sette note: la Regione Lazio quest'anno ha supportato in modo importante il Festival Listz di Albano Laziale (RM), che da 37 anni rinnova il legame fra il geniale compositore ungherese e la cittadina dei Castelli Romani, dove Liszt visse giorni felici nel 1839 insieme alla contessa Marie d’Agoult e dove, in seguito alla terribile delusione di non aver potuto sposare la principessa Carolyne von Sayn Wittgenstein; venne ordinato canonico nel 1879.

Dal 10 novembre al 22 dicembre anche quest'anno si rinnova la magia e una serie di grandi esecutori, italiani ed internazionali, torneranno ad omaggiare il genio di Listz. E lo faranno, seguendo appunto il trend del turismo musicale, nei palazzi più belli ed affascinanti dei Castelli, con una puntata anche nella Capitale: da Palazzo Savelli e la Chiesa Cattedrale di San Pancrazio ad Albano Laziale, all’Abbazia Greca di San Nilo a Grottaferrata, dalla Chiesa Pontificia di San Tommaso da Villanova a Castel Gandolfo fino a Palazzo Falconieri di Roma, sede dell'Accademia d'Ungheria che per la prima volta ospita una delle tappe della rassegna.

Tra i pianisti ospiti, Bruno Canino, leggenda del pianoforte, ex direttore musicale della Biennale di Venezia e ex docente alla Hochschule di Berna, in Duo con Alessio Bidoli, virtuoso violinista dall’età di 7 anni e fine interprete dalle grandi doti artistiche ed espressive, (10 novembre ore 18 presso Palazzo Savelli di Albano Laziale), il rinomato pianista Roberto Cappello, che a 6 anni ha esordito in pubblico presso la prestigiosa Konzerthaus di Vienna, con all’attivo oltre 2000 concerti, acclamato Premio Busoni, Maurizio D’Alessandro, direttore artistico dello storico festival nonché clarinettista di fama internazionale che ha suonato in festival prestigiosi e con orchestre di spicco come la l'Orchestra Sinfonica MAV di Budapest, ed ensemble come Philharmonia Chamber Players; János Balázs, tra i più osannati pianisti contemporanei, artista pluripremiato che fa parte della scena concertistica ungherese dall'età di 16 anni e interprete apprezzato del repertorio lisztiano sulle orme del leggendario Cziffra.

La musica classica, che tanto rappresenta la cultura italiana nel mondo – ricordiamo che nel 2023 il canto lirico è entrato nel patrimonio immateriale dell'Umanità dell'Unesco – è sempre una stata una nicchia nel mercato musicale, con un pubblico molto pregiato (alto livello di istruzione). Sebbene un report del 2018 dell'IRCRES (L'Istituto di Ricerca sulla Crescita Economica Sostenibile) stabiliva che meno del 10% degli italiani ascoltava abitualmente musica classica, recenti dati SIAE mostrano una domanda crescente per la musica dal vivo e le performance di lirica, un trend che favorisce il settore classico nel suo complesso.

Oltre alle vendite, anche l'uso della musica classica nei media ha registrato un incremento. Il segmento delle "sincronizzazioni" (ossia la musica utilizzata in film, spot pubblicitari, e videogiochi) è cresciuto del 4,5% nel 2024, dimostrando l'interesse per la classica come elemento di valore aggiunto nei contenuti multimediali. Inoltre è stato cruciale anche il ritorno del vinile, che ha visto una crescita del 16% nel primo semestre del 2024. Questo supporto fisico ha spinto anche le vendite di album classici, specie nel periodo natalizio, quando le vendite di musica classica tendono a intensificarsi, rappresentando una quota significativa del fatturato annuale.

(Foto: Foto rilasciata per gentile concessione degli artisti)
Condividi
```