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Campus Bio-Medico, Pecchia: "Colmare gap tra innovazione in ambito sanitario e bisogni mondo reale"

L'intervista al presidente del Corso di Laurea Magistrale di Ingegneria Biomedica in occasione della tappa in UCBM di Build Your Future, il programma di incontri ideato da Intesa Sanpaolo

Economia, Salute e benessere
Campus Bio-Medico, Pecchia: "Colmare gap tra innovazione in ambito sanitario e bisogni mondo reale"
(Teleborsa) - "Capire qual è la ricetta per il successo dell'introduzione di tecnologie innovative in ambito sanitario". Questo – spiega Leandro Pecchia, professore ordinario di Ingegneria Biomedica e presidente dell'omonimo Corso di Laurea Magistrale all'Università Campus Bio-Medico di Roma, in occasione della tappa in UCBM di Build Your Future, il programma di incontri ideato da Intesa Sanpaolo. – l'obiettivo delll'Osservatorio sulla salute globale presentato oggi a Roma, in occasione della tappa in UCBM di Build Your Future, il programma di incontri ideato da Intesa Sanpaolo. L'Osservatorio, sostenuto dalla Commissione Europea e dal Ministero dell'Università e della Ricerca, sarà diretto da Pecchia.





"Quello che noi osserviamo – prosegue Pecchia – è che abbiamo tantissime tecnologie che stanno venendo fuori ma non sempre queste tecnologie raggiungono il reale bisogno dei cittadini e dei pazienti. Noi, dunque, studieremo quali sono le condizioni che hanno favorito in casi di successo l'introduzione, quindi il maggiore impatto possibile, di queste tecnologie e cercheremo se possibile di formalizzare e aiutarne nel trasferimento verso altre realtà dove ancora queste condizioni non ci sono. Noi ci occuperemo tantissimo di dispositivi medici innovativi, di intelligenza artificiale, quindi salute digitale per la trasformazione della riorganizzazione del sistema sistema sanitario che altrimenti rimane poco sostenibile, e poi anche di Biotech Deep applicato alla salute e al benessere. Tutto ciò lo faremo con un occhio molto attento a quelli che sono i trend globali, quindi non su una scala nazionale o regionale, ma mettendo a confronto le eccellenze italiane con quelle che vediamo in altri paesi che stanno facendo molto bene, cercando di capire come possiamo portare questa roba in maniera uniforme sul territorio e in quelle regioni del mondo che hanno bisogno di supporto".

Come nasce l'idea di questo Osservatorio?


"L'idea nasce dalla mia esperienza di lavoro perché io sono stato durante il Covid l'innovation manager dell'Organizzazione Mondiale della Sanità del Dipartimento che si occupava di controllo e gestione delle infezioni, un dipartimento che è stato molto impegnato. Lavorando lì mi sono reso conto che ci sono dei gap tra l'innovazione e l'esigenza reale dei cittadini e, quindi, questo è uno sforzo di colmare quei gap. Mentre stavamo cercando di capire e di mettere a punto le terapie per il Covid e i dispositivi di protezione individuale, noi vedevamo che c'era tantissima ricerca, tantissime innovazione, da un lato ma dall'altro rimanevano i bisogni e non coperti. In un momento di crisi come capita spesso ho visto e toccato con mano quanto scollamento c'è tra lo studio, la ricerca, l'innovazione e i bisogni del mondo reale. Per questo l'osservatorio si pone come obiettivo quello di capire in che misura possiamo colmare questi gap".

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