(Teleborsa) - "Le
assicurazioni possono rappresentare
un’opportunità, ma prima è essenziale che, a livello governativo, regionale e amministrativo, si risolvano i problemi e
si creino le condizioni per ridurre l’impatto degli eventi meteorologici straordinari sul territorio, con una vera mitigazione fatta di manutenzione e realizzazione di opere ordinarie e straordinarie mettendo in sicurezza i privati". E' quanto affermato da
Erica Mazzetti, esponente di Forza Italia in Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati, nel corso del
convegno “Alluvioni e crisi climatica: assicurazione o prevenzione?", promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili.
"La Corte dei Conti ha recentemente rivelato che la
Regione Emilia Romagna ha investito solo il 10% dei fondi stanziati dallo Stato per contrastare il dissesto idrogeologico. Pertanto - ha ricordato Mazzetti -, anziché imporre obblighi assicurativi, è
compito dell’amministrazione pubblica mettere in sicurezza i territori e semplificare le procedure. Questo riguarda sia lo Stato sia gli enti locali, dalle amministrazioni comunali a quelle regionali, che spesso mancano di adeguate competenze professionali e di volontà decisionali.
Solo successivamente si potrebbe considerare un eventuale
sistema assicurativo, evitando che ogni emergenza si traduca in una nuova tassazione per i cittadini o in ulteriori norme a tema".
L'assicurazione per tutti non convince neanche
Nicola Irto, senatore del Partito Democratico in Commissione Ambiente a Palazzo Madama, , secondo cui "uno
Stato che vuole essere vicino ai territori colpiti
deve fare investimenti risarcitori che devono essere accompagnati da un importante
piano di prevenzione". Tuttavia, le
risorse del PNRR "non bastano" e "facciamo i conti con la mancanza di una visione complessiva del rischio idrogeologico" e con "la
stratificazione legislativa, lo scontro di competenze tra apparati dello Stato, una vera babele istituzionale".
Per il senatore
Michele Barcaiuolo (Fratelli d’Italia) “la migliore forma di risarcimento è quella di
evitare il più possibile i danni e quindi investire nella prevenzione e nella cura del territorio che, nel nostro Paese, per troppi anni, sono state relegate a qualcosa di secondario. Ogni euro speso in prevenzione quindi nella pulizia vera degli alvei fluviali e nel considerare ogni tipo di condotta fluviale un vero e proprio condotto idraulico, come tale è, avrebbe portato a un enorme risparmio rispetto ai risarcimenti previsti". A proposito dell'assicurazione, Barcaiuolo afferma che, per il privato, "deve essere una cosa graduale" e deve "completare una rete di protezione che è comunque necessaria".
Di parere contrario
Ilaria Fontana, parlamentare del Movimento Cinque Stelle in Commissione Ambiente a Montecitorio, secondo cui "il tema delle assicurazioni è certamente importante", ma esprime
contrarietà rispetto alla proposta di "una
polizza assicurativa obbligatoria sulla casa, una proposta che ha creato forte disaccordo persino all'interno della maggioranza", dopo che lo scorso anno "il governo ha già imposto un nuovo onere per le imprese, obbligandole a stipulare una polizza entro il 31 dicembre".
Nel corso del dibattito, moderato da
Anna Maria Belforte, il punto di vista dei
professionisti è stato illustrato da
Eleonora Linda Lecchi (commercialista e revisore legale dell’Odcec di Bergamo), secondo cui "gli eventi atmosferici estremi sempre più frequenti hanno messo in luce, tra le altre cose, la necessità dei
sistemi di risarcimento più efficaci, ad esempio
"sistemi di
assicurazione obbligatoria contro le calamità naturali sia per le imprese che per le abitazioni" come quelli introdotti da alcuni Paesi.
Le conclusioni sono state affidate a
Paolo Longoni (consigliere dell’Istituto nazionale esperti contabili), il quale afferma di nutrire "
forte scetticismo verso l’operato delle
compagnie assicurative italiane, che spesso tendono a sottrarsi agli obblighi risarcitori", mentre "gli interventi di sostegno per le vittime di disastri dovrebbero essere
a carico dello Stato" ed "è necessario avviare una politica di
riordino territoriale, per sviluppare nei prossimi dieci anni una pianificazione efficace degli interventi".