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Snam, de Virgiliis: Transition Plan credibile, la versatilità è la chiave della resilienza

Energia, Finanza
Snam, de Virgiliis: Transition Plan credibile, la versatilità è la chiave della resilienza
(Teleborsa) - Il primo Transition Plan di Snam "poggia su chiarezza e credibilità, che vuol dire trasparenza e quindi indichiamo i numeri di riduzione delle emissioni e di Capex - quindi di investimenti che ci stanno dietro -, di leve che utilizziamo. Diamo una disclosure di come si riduce anche quello che si chiama Scope 3, non di diretto controllo dell'azienda, quindi trasparenza e chiarezza vanno abbracciati a quantificazione e condivisione". Lo ha detto a Teleborsa la presidente di Snam, Monica de Virgiliis, a margine della presentazione del primo Transition Plan della società, una roadmap trasparente per delineare in maniera definita e sistematica gli obiettivi al 2050.


"E ovviamente quando si comunicano dei numeri nel tempo poi bisogna dare conto che numeri vengono fatti nel tempo, e quindi anche qui chiarezza e quantificazione", ha aggiunto.

"Il business model di Snam, così come degli altri TSO, è di dare garantire capacità e accesso alle reti - ha spiegato de Virgiliis - Capacità vuol dire che in situazioni di massimo utilizzo noi siamo in grado - in quel giorno, in quella settimana di massimo utilizzo - di garantire la capacità, quindi è già un punto fondamentale di non dare per scontato che è legato ai volumi, ma è legato alla garanzia di capacità".

"La resilienza consiste nel fatto di avere delle reti aggiornate, che funzionano bene, che sono tecnologicamente avanzate, che sono sicure per la popolazione e per chi ci lavora, che minimizzano le la fuga di gas metano, che anche quando si fanno gli interventi operativi e si apre un un impianto il gas metano che esce venga recuperato, ricompresso e reinserito nella rete", ha spiegato.

"Poi queste reti devono essere future proof, ovvero capaci di portare non solo metano - metano fossile o biometano che la molecola è la stessa - ma anche altri gas, in particolare l'idrogeno, che è un gas difficile - ha proseguito la presidente - Quindi noi valutiamo che il 99% della nostra rete già oggi è in grado di portare idrogeno e il 70% senza neanche un abbassamento della pressione".

"Ci sono le pipeline, poi ci sono le centrali di spinta, poi c'è lo storage: tutta la catena deve essere capace e adatta ad accogliere ad un certo punto anche idrogeno e poi CO2 - ha sottolineato - Ci sono alcune sezioni della rete che anziché portare dei gas energetici portano un gas di scarico, che può essere intombato come nel processo di Ravenna oppure riutilizzato eventualmente per scopi di utilizzo".

Secondo de Virgiliis, "la versatilità è la chiave della resilienza e anche in una rete con grande parte di energia rinnovabile, quindi elettricità generata da rinnovabili, ci vuole il gas - in Italia, altre tecnologie altrove - però il gas è quella sicuramente più cost-effective, che serve per bilanciare la variabilità delle rinnovabili e poi fornire questo servizio di variabilità".

"A termine, il gas fossile che può essere utilizzato per questa applicazione di Power Generation sarà abated, quindi sarà dotato di cattura del CO2 e di intombamento", ha concluso.
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