(Teleborsa) - "Riteniamo importanti le dichiarazioni rilasciate in questi giorni dai rappresentanti del Governo, a partire dalla Presidente del Consiglio, sulla decisione di
non introdurre nuove tasse nel 2025" - commenta
Giangiacomo Pierini, Presidente ASSOBIBE, associazione di Confindustria che rappresenta
i produttori di bevande analcoliche in Italia. Per questo, siamo fiduciosi che il testo della bozza della
Manovra di Bilancio contenga già un ulteriore rinvio dell’imposta sulle bibite con e senza zucchero (c.d. Sugar tax)
fissata a luglio 2025".Sempre rinviata anche dai precedenti Governi, nel tempo è stato chiaro che questa tassazione, a fronte di un gettito residuale, avrebbe provocato un
grave danno alla Filiera agroalimentare, espressione del made in Italy, e alle imprese che garantiscono valore economico e sociale, senza raggiungere gli obiettivi di salute.
La misura è
ritenuta inefficace, come testimonia un recente report della Commissione Europea, per ridurre sovrappeso e obesità, i cui tassi sono costantemente in crescita nei Paesi in cui è stata introdotta, al punto che alcuni di questi hanno iniziato ad eliminarla (Norvegia: 2000; Islanda: 2000; Danimarca: 2016; Australia: 2018; Israele: 2022). Si ricorda, peraltro, che
in Italia questi prodotti sono assoggettati ad una aliquota IVA del 22% rispetto ad una media UE del 16.5%; in Francia, ad esempio, è al 5.5%.In Italia si assiste da anni ad un
calo costante del mercato delle bibite zuccherate, con un impatto nutrizionale che è sceso ora allo 0.9% del totale delle calorie quotidiane. Dall’ultima rilevazione del CREA, l’86% degli italiani non beve bibite gassate zuccherate. Inoltre, nel nostro Paese i dati sul consumo pro-capite delle bevande analcoliche sono tra i più bassi d’Europa (54 litri/annui).
Per questo ASSOBIBE ha sempre sostenuto
l’assenza di presupposti per un intervento fiscale volto a penalizzare le imprese che
producono e vendono chinotti, cole, cedrate, aperitivi analcolici, aranciate, spume, e tutti gli altri prodotti analcolici.