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Dazi auto Cina, T&E: nuove tariffe non bastano, serve mantenere target UE su emissioni

Economia
Dazi auto Cina, T&E: nuove tariffe non bastano, serve mantenere target UE su emissioni
(Teleborsa) - I soli dazi sull’import di auto elettriche (BEV) dalla Cina non basteranno. Per far sì che le case automobilistiche europee riconquistino la quota del mercato domestico di full electric persa a favore della produzione di cinese, è necessario mantenere gli obiettivi UE sulla riduzione delle emissioni di CO2. È quanto sostiene un'analisi di Transport & Environment (T&E), la principale organizzazione europea per la decarbonizzazione dei trasporti. "Queste due misure, congiuntamente, possono sostenere i carmaker europei, già pronti a lanciare una gamma di veicoli elettrici più convenienti, tra la fine di quest'anno e il 2025", ha sottolineato la ong ambientalista.

Secondo T&E, quest’anno le full electric prodotte in Cina - tra cui anche quelle di Tesla, BMW e Volvo - sono destinate a raggiungere un quarto del mercato europeo delle BEV. Ma questa quota dovrebbe scendere al 20% nel 2025 e al 18% l'anno successivo, secondo le analisi dell’organizzazione ambientalista, a patto che vengano pienamente applicati sia i dazi sui veicoli elettrici prodotti in Cina, sia le norme UE sulle emissioni previste per il 2025.

Al contrario, secondo le stime di T&E, le BEV di produzione cinese potrebbero raggiungere il 27% del mercato dell’elettrico europeo, l'anno prossimo, se l'UE spostasse in avanti, ritardandoli, i suoi target di decarbonizzazione (-15% di CO2 sulle emissioni medie del venduto per ciascuna casa automobilistica), affidandosi solo all’inasprimento delle tariffe sulle importazioni da Pechino. Ciò si tradurrebbe in una stagnazione delle vendite di BEV dei produttori europei, che (come verificatosi negli ultimi anni) continuerebbero a concentrarsi sui motori endotermici, più redditizi, ritardando il lancio di nuove e più economiche auto elettriche, e perdendo ulteriore terreno, nello sviluppo di questa tecnologia, rispetto ai competitor internazionali.

"Tariffe più alte sull’import dalla Cina hanno senso in combinazione con gli obiettivi climatici previsti per auto e van. Sono le due facce di una medesima politica industriale, che deve accompagnare l’ingresso sul mercato di un maggior numero di BEV europee – ha dichiarato Andrea Boraschi, direttore dell’ufficio italiano di T&E –. Se l’UE ritardasse o indebolisse gli obiettivi di riduzione della CO2 fissati per il 2025, invece, ostacolando al contempo l’arrivo di auto elettriche a prezzi competitivi dalla Cina, gli effetti sarebbero estremamente negativi per la decarbonizzazione dei trasporti".

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