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S&P: da conflitto prolungato "rischi socioeconomici e sicurezza a lungo termine" per Libano

Economia
S&P: da conflitto prolungato "rischi socioeconomici e sicurezza a lungo termine" per Libano
(Teleborsa) - L' escalation del conflitto tra Israele e Hezbollah, in seguito alla morte del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah e all'azione militare di Israele in territorio libanese, "ha gravemente indebolito le prospettive di ripresa della già fragile economia e del panorama politico libanese". Lo afferma S&P Global Ratings sottolineando che continuerà a valutare le implicazioni del conflitto man mano che la situazione si evolve.



L’agenzia di rating ritiene che "la recrudescenza dei combattimenti e degli attacchi in Libano possa protrarsi fino al 2025 ed espandersi in altre parti del Paese. La perdita di vite umane, i danni alle infrastrutture, l'aumento dei costi fiscali della guerra, lo sfollamento della popolazione e il calo delle entrate turistiche, insieme al cambiamento delle dinamiche politiche dovuto all'indebolimento di Hezbollah, nella view di S&P, metteranno a dura prova l'economia libanese. Inoltre, ritarderanno ulteriormente le riforme economiche e finanziarie e il risanamento a lungo termine dei conti pubblici e con l’estero".



Secondo il governo libanese, circa un milione di persone risultano sfollate a causa dei continui attacchi israeliani. È probabile che ciò comprometta la stabilità sociale del Libano. Il Paese ospita inoltre circa 1,5 milioni di rifugiati siriani, fattore che mette a dura prova le finanze e i servizi pubblici.



Il rating di S&P in valuta estera sul Libano è “SD” (Selective Default). Questo perché il governo libanese è in default sulle proprie obbligazioni in valuta estera dal marzo 2020. I rating a lungo e breve termine in valuta locale sono “CC/C” con outlook negativo, poiché il rischio di default sul debito commerciale denominato in valuta locale rimane elevato, secondo S&P. Il contesto politico frammentato del Libano, la limitata capacità legale del governo provvisorio di emanare leggi e i ritardi nella nomina di figure chiave, tra cui un nuovo presidente, "continuano a ostacolare le riforme necessarie per avviare la ripresa economica e uscire dalla condizione di default".
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