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Attacco a Israele: l'Iran lancia 180 missili balistici. Netanyahu: "Teheran pagherà"

Il ministero dell'Intelligence iraniano: "L'Iran è in stato di guerra. Colpiremo ogni Paese che intervenga in aiuto"

Economia
Attacco a Israele: l'Iran lancia 180 missili balistici. Netanyahu: "Teheran pagherà"
(Teleborsa) - "L'Iran ha usato solo il suo diritto alla legittima difesa, basato sulla Carta delle Nazioni Unite, e martedì ha preso di mira le basi militari e di sicurezza del regime sionista. L'attacco di rappresaglia dell'Iran contro Israele è terminato, ma se i sionisti reagiranno, Teheran darà una risposta più severa. Avvisiamo qualsiasi terza parte di non interferire in questo conflitto". È quanto affermato il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, commentando – durante conversazioni telefoniche avute nella notte con i suoi omologhi di Germania, Francia e Regno Unito – l'attacco di ieri a Israele, bersagliato da oltre 180 missili balistici.

Alle 19.30, un'ora prima in Italia, improvvisamente i cellulari di ogni singolo abitante di Israele hanno preso a suonare simultaneamente con il rumore angoscioso dell'allerta massima. Poche ore prima gli Usa avevano avvertito gli alleati israeliani che Teheran avrebbe lanciato un attacco nell'arco di 12 ore. Informazione rimbalzata sul New York Times, secondo il quale gli ayatollah avrebbero dato il via dopo il tramonto. Gli Stati Uniti hanno sottolineato da subito che la vendetta della Repubblica islamica (all'uccisione di Hassan Nasrallah e di Ismail Haniyeh, come rivendicato da Teheran, o all'ingresso in Libano dell'Idf?) sarebbe stata dello stesso tenore della rappresaglia di aprile, quando furono tirati 300 tra missili e droni su Israele in seguito al bombardamento a Damasco del consolato iraniano. Anche in quel caso un'operazione preceduta da informazioni diplomatiche che consentì a Benjamin Netanyahu e ai suoi alleati, oltre che ad alcuni Paesi arabi, di attivare radar e contraerea affinché Teheran desse la sua prova di forza senza fare vittime israeliane o danni gravi.

"Iran è ora in stato di guerra" ha dichiarato il ministero dell'Intelligence iraniano poco dopo l'inizio dell'attacco avvertendo che Teheran affronterà i Paesi che dovessero sostenere Israele. Contestualmente l'Iran ha chiuso lo spazio aereo e fermato tutti i voli.

"Abbiamo colpito tre basi militari israeliane vicino a Tel Aviv" hanno reso noto con un comunicato diffuso a Teheran i Guardiani della rivoluzione dopo il lancio di decine di missili contro Israele. La televisione pubblica iraniana ha poi aggiunto che nell'attacco sono stati utilizzati missili ipersonici di fabbricano iraniana Fatah.

"L'Iran ha fatto un grosso errore stasera e ne pagherà le conseguenze" ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu al gabinetto di sicurezza. "Difenderemo la nostra gente, agiremo, l'Iran vedrà a breve le conseguenze, e la risposta sarà per loro dolorosa – ha detto l'ambasciatore israeliano all'Onu, Danny Danon, parlando con i giornalisti –. L'Iran ha mostrato la sua vera faccia, sono uno Stato terroristico", ha aggiunto, parlando di un "attacco senza precedenti".

Secondo i Pasdaran l'operazione "True Promise-2" ha portato a colpire obiettivi strategici come basi aeree e radar. Un'operazione, aggiungono i Guardiani della rivoluzione, condotta sulla base al diritto alla legittima difesa da parte dell'Iran nonché al diritto internazionale. Il Paese, si legge ancora nella nota diffusa, "darà risposte distruttive e pesanti a qualsiasi rappresaglia del nemico". "Colpiremo i Paesi che intervengano direttamente e si lascino coinvolgere in ogni possibile aggressione di Israele contro l'Iran. Attaccheremo simultaneamente i loro centri e interessi nella regione" ha affermato il Quartier generale delle Forze armate iraniane.

Una ferma condanna dell'attacco è arrivata da Usa e Ue.
Joe Biden ha ribadito il "pieno sostegno" americano a Israele dopo l'attacco dell'Iran. "L'Ue condanna con la massima fermezza gli attacchi dell'Iran con missili balistici contro Israele, che costituiscono una grave minaccia alla sicurezza regionale. L'Ue ribadisce il suo impegno per la sicurezza di Israele e per la stabilità dell'intero Medio Oriente – ha affermato il portavoce del Servizio di Azione Esterna dell'Unione Europea –. Le ondate successive di attacchi e ritorsioni hanno alimentato una spirale incontrollabile di conflitto. L'Ue rimane pienamente impegnata a contribuire a ridurre le tensioni e a scongiurare una pericolosa guerra regionale: siamo in stretto contatto con tutte le parti interessate".

"L'Italia chiede al governo dell'Iran e allo stesso primo ministro israeliano Netanyahu di frenare il ricorso alla violenza. Chiede a tutti, assolutamente a tutti, di interrompere la spirale della guerra. In queste ore un missile in più da una parte o dall'altra potrebbe portare questa guerra definitivamente fuori controllo – spiega il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un'intervista al Corriere della Sera commentando l'escalation in Medio Oriente –. Lavoriamo in maniera convinta per evitare che tutta la regione finisca nell'abisso di una guerra generalizzata, una catastrofe che nessuno sarebbe in grado di controllare, che porterebbe morte e devastazione per anni. La prospettiva nella regione resta quella dei due Stati, quella di Israele in grado di convivere in sicurezza con uno stato palestinese, e di un Libano che resti un paese stabile e un esempio di convivenza tra le varie comunità e religioni". In Libano c'è il contingente italiano. "I nostri militari – spiega Tajani – sono protetti all'interno delle caserme, nei bunker dell'Onu. Ci siamo confrontati con il presidente Meloni e con il collega Crosetto. Con l'Onu dovremo decidere come proseguire la missione. Ho sempre detto che Israele ha diritto a difendersi, il 7 ottobre è stato una vergogna, un affronto senza pari a una intera nazione. Ma non bisogna provocare la morte di altri innocenti, e adesso ripeto non bisogna trasformare una guerra locale in una catastrofe bellica regionale. Adesso mi sento di aggiungere che colpi diretti fra Israele e Iran rischiano davvero di incendiare tutto il Medio Oriente".

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