(Teleborsa) -
Equita ha abbassato a
15,5 euro per azione (-27% da 20,5 euro) il
target price su
Stellantis, colosso italiano-francese del settore automotive, confermando la
raccomandazione sul titolo a
Hold, dopo il profit warning
comunicato ieri.
Nella conference call con gli analisti, la società ha detto che: il
2025 è visto in generale miglioramento (vendite, margini e liquidità grazie alla riduzione del capitale circolante); è probabile che la pressione sui prezzi continui nel 2025, ma che si stabilizzi gradualmente (con un minore impatto degli incentivi sui veicoli più vecchi); la
significativa riduzione della guidance FCF 2024 è dovuta principalmente a minore EBIT e all'impatto del NWC, che d'altra parte dovrebbe migliorare materialmente nel 2025; payout confermato (per il momento) al 25-30%.
Sul 2025, Equita riduce la stima sul fatturato del 7% assumendo una leggera crescita YoY del +2% (su cui ritiene la visibilità sia limitata, soprattutto alla luce della pressione prezzi che riteniamo possa perdurare anche nel 2025) e un miglioramento di 30bps dei margini, che porta a un taglio del 45% a livello di EBIT (11 miliardi di euro). Riduce inoltre la generazione cassa 2024/25 di 8-9 miliardi di euro (coerentemente con le nuove indicazioni di FCF tra -5/-10 miliardi di euro nel 2024 da previsione precedente di 6 miliardi di euro, visto poi in miglioramento nel 2025 grazie a dinamiche più favorevoli sul circolante). A causa dei minori proventi finanziari, la
revisione bottom-line 2024/25 è del -47%.
Ipotizzando un payout del 30%, Equita calcola un
dvd yield del 5,6%. Si aspetta, d'altra parte,
al massimo 1 miliardo di euro di buy-back, se non la sospensione (rispetto ai 3 miliardi di euro del FY24). "Confermiamo la nostra visione cauta sul titolo: alla luce del peggioramento del contesto macro e dello scenario competitivo, oltre a problemi company specific, non riteniamo che il calo del titolo di ieri rappresenti un'opportunità, se non per un rimbalzo di breve", si legge nella ricerca.
Infine, alla luce delle difficoltà a livello settoriale, Equita
non esclude che lo scenario di ulteriori aggregazioni diventi più probabile. Sulla possibile fusione con
Renault ricorda che: ci sarebbe un potenziale ostacolo dell'antitrust in quanto in Francia e Italia la quota sarebbe del 41% e 45% rispettivamente; stima che lo Stato francese aumenterebbe la quota intorno al 7% ed Exor si diluirebbe al 12% (ma se il voto doppio per azionisti di lungo corso restasse valido avrebbero rispettivamente circa 12% e 20%); resterebbe da verificare la posizione di Nissan, che detiene il 15% di Renault e ha diversi progetti industriali con il produttore francese; verrebbe creato un gigante da oltre 8 milioni di veicoli, 18 brand, con probabile spazio di razionalizzazione, fatturato di oltre 220 miliardi di euro e 21 miliardi di euro di EBIT (2024); una ulteriore aggregazione sarebbe positiva alla luce del buon track record di Tavares (acquisizione Opel, creazione di Stellantis) e per la possibilità di affrontare con più risorse la concorrenza cinese.