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Risparmio, Federcontribuenti: famiglie italiane lo difendono, ma attenzione all'andamento dei fondi comuni

Economia
Risparmio, Federcontribuenti: famiglie italiane lo difendono, ma attenzione all'andamento dei fondi comuni
(Teleborsa) - "Il bilancio dei risparmi delle famiglie italiane mostra ancora una volta quanto gli italiani difendano la propria ricchezza. Emerge infatti una crescente necessità di pianificazione patrimoniale e di una gestione attenta del rischio finanziario, in un momento in cui l’obiettivo finanziario è trovare il giusto equilibrio tra sicurezza e rendimento". Lo scrive, in una nota, il Presidente di Federcontribuenti riguardo il risparmio delle famiglie italiane. Secondo Marco Paccagnella "questi elementi potrebbero aver influenzato anche l’andamento degli investimenti in fondi comuni. Questo comparto rappresentava, con 235 miliardi di euro, il 6% degli asset finanziari delle famiglie a fine 2010, per poi passare al 13% nel 2020 con 681 miliardi e sfiorare il 15% nel 2021 con 661 miliardi. In termini percentuali, si è trattato della crescita più rilevante del decennio (+227%)".

Tuttavia, fa notare Federcontribuenti "la crescita ha favorito principalmente i fondi di diritto estero, passati da 89 miliardi a 536 miliardi (+498%), mentre quelli italiani sono aumentati di appena 88 miliardi, da 146 miliardi a 234 miliardi (+60%). Una semplice somma tra le due ultime voci mostra un rapporto di 2 a 1 a favore dei fondi esteri". Quali sono le ragioni di questo sbilanciamento? "Possono essere molteplici: Maggiore facilità nel costruire prodotti di risparmio all’estero, come in Lussemburgo o Irlanda;
Minore fiscalità; Meno restrizioni rispetto alla normativa italiana, che spesso complica la vita agli operatori del settore; performance migliori, non gravate da commissioni di overperformance basate su parametri discutibili", secondo Paccagnella.

"In breve, da un lato - evidenzia la nota - si vuole essere il paese in cui “anche i ricchi devono piangere”, dall’altro il risparmio, già tassato all’origine, è visto come “sterco del demonio” da buona parte degli elettori. Inoltre, il risparmio in attività di rischio è tassato al 26%, rispetto al 12,5% garantito ai sottoscrittori del debito sovrano in euro".

Un paese che fa dell’inventiva e della capacità di fare impresa "non ha ancora un mercato alternativo dei capitali sufficientemente consolidato e in grado di competere con il credito bancario, a sua volta condizionato da spread e tassi decisi a Bruxelles. Né - conclude il presidente di Federcontribuenti - si vedono convincenti tentativi di superare il nanismo imprenditoriale tipico delle imprese italiane".
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